Siamo in epoca vittoriana.
Le Osservazioni racconta di una ragazzina che si ritrova a cercare lavoro e finisce col diventare domestica/governante di una villa di campagna. Il lavoro si rivelerà meno noioso del previsto a causa della stravagante padrona di casa che è vittima di repentini sbalzi d'umore e che richiede alla giovane Bessy cose piuttosto bizzarre e particolari. Tra queste, una delle funzioni che deve svolgere con attenzione, è la scrittura di un diario in cui deve annotare più cose possibili riguardanti la giornata.La curiosità, però, farà in modo che la giovinetta scopra determinate cose che cambieranno per sempre la sua permanenza nella villa. Anzi, cambieranno per sempre la sua stessa vita.Io e Bessy abbiamo fatto presto a diventare amici. Fin dalle prime pagine infatti è chiaro il suo caratterino 'pepato', condito da un linguaggio piuttosto volgare e per nulla casto che la rendono un personaggio piuttosto inusuale, in un romanzo del genere.La sua parlata mi ha fatto sorridere molto e per tutto il romanzo assolverà bene al compito di 'sdrammatizzare' alcuni snodi piuttosto intensi.E' un linguaggio congeniale al suo passato, che si scopre man mano. Un passato che non può che far aumentare l'amore per una ragazzina di carta e inchiostro incredibilmente riuscita.E anche grazie a questa 'dialettica' la narrazione scorre che è una meraviglia. Invoglia il lettore a proseguire sempre e comunque, in barba agli occhi che si chiudono dopo una lunga giornata lavorativa.La storia poi, è intrigante quanto basta per voler continuamente scoprire di più, e di più, e di più ancora. Perché il mistero dietro la nuova famiglia di Bess è una sorta di matrioska: si scopre un primo strato e si pensa di aver capito abbastanza, ma poi se ne scopre un altro, e un altro ancora.Anche se non c'entra nulla, in alcuni punti mi ha ricordato Cinque quarti d'arancia, probabilmente perché anche la ragazzina protagonista di quel romanzo di Joanne Harris (pensa te che fantastica similitudine di nomi!) usava dei sotterfugi per far provare alla madre determinate sensazioni.Ripeto, non c'entra nulla, ma in un certo senso mi rendo conto che si tratta di un tipo di scrittura e utilizzo della trama che mi piace molto.Le Osservazioni è un ottimo romanzo d'intrattenimento. Una specie di mistery dove lo scopo è riesumare il passato non tanto per scoprire qualcosa, ma piuttosto per curiosità, ed essendo io una persona molto curiosa mi sono trovato in grande sintonia.E così, giusto per concludere, aggiungo una piccola annotazione personale. Un pensiero che mi è venuto scrivendo queste righe.Sono libri come questo che dovrebbero trovarsi ai piani alti delle classifiche di vendita.
Sì, perché se è vero che di norma ci finiscono romanzi 'leggeri' (diciamo così, va'), e se è vero che per giustificarli si usa la scusa del "far svagare la mente", è anche vero che questo libro di Jane Harris è un romanzo che potrebbe assolvere allo stesso compito, e cioè farti scordare tutto il resto, senza però dimenticarsi di una bella scrittura, di una storia accattivante, di personaggi costruiti con un filo logico, con uno studio di base certosino e calcolato.Sì, Le Osservazioni mi è piaciuto un sacco, lo consiglierò moltissimo e... basta! Ora devo solo procurarmi I Gillespie!