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Le ostruzioni venose sono di primaria importanza nella patogenesi della sclerosi multipla

Creato il 28 giugno 2014 da Yellowflate @yellowflate

Jerzy_Kotowiczdi Jerzy Kotowicz (medico neurologo The Brain Institute, Varsavia, Polonia)

Dal tempo delle prime descrizioni istologiche della sclerosi multipla nel IX secolo è noto che le lesioni associate all’infiammazione nel sistema nervoso centrale (SNC) sono distribuite intorno le vene. Negli ultimi anni, è stato suggerito da Zamboni, che ha coniato il termine di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), che un drenaggio venoso anormale del SNC causato di stenosi, malformazioni, alterazioni delle valvole delle vene giugulari interne ed azygos, e il reflusso del flusso venoso, possa svolgere un ruolo patogenetico nella SM. La CCSVI potrebbe tradursi in un aumento della permeabilità della barriera emato-encefalica (BBB), in depositi locali di ferro e potrebbe essere responsabile dell’inizio e della progressione dei processi infiammatori e neurodegenerativi. L’insufficienza venosa e il reflusso, vengono rilevati con l’ecodoppler e con il transcranico. La venografia selettiva delle vene giugulari interne ed azygos sono utilizzate per identificare le stenosi, e dove sono trovate, le vene vengono dilatate con un un’angioplastica a palloncino standard.

Il concetto di CCSVI suggerisce che il drenaggio venoso dal sistema nervoso centrale è frequentemente alterato nei pazienti con SM, ma non nei soggetti di controllo sani. Dal 2009, la CCSVI viene indagato da diversi gruppi che riportano risultati molto diversi e contraddittori. Sono stati finora pubblicati solo i risultati di studi in aperto (open-label). Tutte queste relazioni dimostrano la sicurezza delle procedure e gli effetti positivi di tale trattamento. La maggior parte dei pazienti con SM trattati per la CCSVI con l’angioplastica a palloncino hanno sentito miglioramenti immediati e temporanei nei disturbi soggettivi della stanchezza, deterioramento cognitivo, miglioramenti nella visione, e nella funzione della vescica.

Sono necessari ulteriori dati per stabilire l’associazione tra CCSVI e SM. La potenziale utilità degli interventi endovascolari per la CCSVI nei pazienti con SM deve essere stabilita da studi clinici controllati, randomizzati, in cieco, , che valuteranno il beneficio di tale procedura in base ai risultati clinici, di risonanza magnetica e della qualità di vita (QoL).

Fonte: http://comtecmed.com/cony/2011/Uploads/assets/kotowicz_ms3.pdf



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