Sia lode al modernismo. Minimale e morbida, un'eleganza che strizza l'occhio al lusso con capi dalle forme abbondanti pensati con tessuti maschili e colori tenui. Buffalo Bill Wild West Show in versione couture per questo poema epico pausato nel cappotto "sarcofago" che cade pesante e a volte educato da un mini cinturino da chiudere in vita, nel caban dal taglio chiurugico e senza bottoni, nel pantalone morbido a vita alta che si lascia morire in una fluente zampa. Delizioso l'uso dei tessuti felpati con coulisse che vengono tagliati ed indossati come capi d'alta sartoria, stretti alla caviglia, come pure quelli in lana melange portati e in pelle. Grande attenzione al dettaglio, il fiocco e le frange, in cuoio o tessuto, attraversano tutta questa pulizia di forme ed intenti.
Contrariamente a Giovanna Capucci, che su style.it ha firmato un commento quasi negativo sulla collezione liquidandola come molto simile a Max Mara nei cappotti, molto simile ad Armani nelle giacche e ponendo degli interrogativi circa l'identità del marchio Chloé, io la ritengo un fiore all'occhiello della Fw 2010-11. Con la pulizia di tutte le linee, i contrasti operati per mezzo di forme e tessuti (sartoriali vs fitness/denim), la reinterpretazione totale del il capo sporty, il calore e lo charme che essa costituisce induce in una coccola e in una riflessione profonda. Deliziosa. Un 10!