di Ferdinando Cocciolo
Le pagelle del Tour de France 2013: un superlativo Chris Froome, un deludente e deluso Alberto Contador, la piacevole sorpresa Nairo Quintana, lo “scomparso” Cadel Evans.
Chris Froome contro Vincenzo Nibali. Ve lo immaginate… fosse stato questo il duello all’ultimo Tour de France? Il vincitore del Giro d’Italia contro l’atleta che, ufficialmente, ha spodestato Bradley Wiggins dalla leadership nella “corazzata” SKY.
Sicuramente, ne avremmo viste delle belle… ma stiamo parlando di un duello che, salvo sorprese, ci sarà nell’edizione 2014 della Grande Boucle. Intanto, l’edizione 2013 è stata quella del trionfo del keniano/sudafricano naturalizzato britannico, del corridore “più esplosivo” in salita e non solo, che ha demolito tutti gli avversari, suscitando stupore, clamore, ed anche dubbi e riflessioni.
Froome maglia gialla, davanti a Nairo Quintana a quattro minuti e venti, sul podio più basso lo spagnolo Joaquim Rodriguez a cinque minuti e quattro secondi. Seguono il delusissimo Alberto Contador, addirittura a sei minuti, e Roman Kreuziger. Il Tour de France delle grandi imprese, delle conferme, delle sorprese, ma anche delle grosse delusioni, anche e soprattutto in chiave azzurra.
Chris Froome – 3news.co.nz
CHRIS FROOME: 10 E LODE. Era già il capitano designato dalla SKY per la corsa francese, ancor prima che Wiggins rinunciasse. Un “predestinato”, già dall’edizione 2012, nella quale, al cospetto di Bradley e di Vincenzo Nibali, ha dimostrato di essere il più forte in salita, sacrificando però le proprie ambizioni per gli equilibri di squadra. La 100a edizione del Tour ha rappresentato la “prova del nove” e Chris non ha fallito. Tre vittorie di tappa, una determinazione e una “padronanza sotto il profilo tattico” fuori dal comune. Che fosse stato un Tour de France “fuori discussione” lo si era capito già nella seconda tappa quando, su uno strappo, aveva staccato il gruppo con una potenza che già aveva fatto rabbrividire Contador e compagni. Mai in seria difficoltà, anche quando, in alcuni frangenti di una grande gara a tappe che è già “storica”, la squadra lo ha lasciato solo.
Sul Mont Ventoux, è stato davvero impressionante, una fluidità di pedalata ed una velocità che qualcuno si è “sforzato” di paragonare ad altri fuoriclasse e situazioni, ma senza esito. Lì tutti hanno capito, Contador per primo, di avere a che fare con un “fenomeno” un corridore che avrebbe anche “scatenato”, inevitabilmente, analisi e dubbi su presunti doping. Ma, almeno per il momento, sono forza, potenza ed entusiasmo a prevalere (in un ciclismo che ora più che mai ha soprattutto bisogno di certezze), a differenza dell’incapacità degli avversari che non hanno potuto far nulla di fronte ad una supremazia schiacciante ed anche senza paragoni.
ALBERTO CONTADOR: 5,5. La più grande delusione, considerato che alla vigilia era ritenuto il rivale principale di Froome. Ma il vincitore della Vuelta dell’anno scorso non è mai stato quel corridore che in questi anni ha dominato in lungo e largo sia al Giro che al Tour. Ha messo in difficoltà Chris e la SKY solo in una tappa di pianura, e non sul suo “terreno preferito”, in salita, dove anche Quintana e Joaquim Rodriguez hanno fatto meglio di lui. Il quarto posto in classifica generale rappresenta sicuramente per lui “un’ imprevista delusione”, a fronte di quelle che erano le attese di un campione che è ancora sicuro di poter primeggiare nelle grandi gare a tappe. Alberto ha già annunciato ufficialmente di rinunciare alla Vuelta di Spagna ma, sicuramente, dovrà convenire che più di qualcosa è cambiato dopo la nota squalifica e riflettere probabilmente sulla preparazione e sul suo attuale valore.
CADEL EVANS: 3. Qualcuno lo ha visto al Tour de France? Dispiace dare un voto così basso ad un professionista come Cadel ma, effettivamente, possiamo ben dire di aver visto sulle strade francesi la “pessima controfigura” di un atleta che, ricordiamolo, è stato campione del Mondo, vincitore del Tour due anni fa e terzo al Giro d’Italia 2013. Neanche una “comparsata”, una fuga, reazione da parte del leader BMC che, molto probabilmente, ha “le pile scariche” dopo un Giro disputato ad alto livello. Si renderà conto che è quasi impossibile disputare nella stessa stagione Corsa Rosa e Tour de France con l’ obiettivo della vittoria.
NAIRO QUINTANA: 9. La vera e piacevole sorpresa del Tour è stato lui, il colombiano capace di scavalcare in graduatoria Alberto Contador e di conquistare anche la maglia a pois di miglior scalatore. Nairo ha 23 anni ed è il più giovane sul podio dal 1996, dopo Jan Ulrich. Ma non solo, ha vinto l’ultima tappa in salita, dando spettacolo, ed anche la maglia bianca di miglior giovane. È venuto al Tour a sostegno del capitano Valverde, ma strada facendo ha dimostrato di essere il rivale più temibile di Froome, colui che, se avesse avuto probabilmente sin dall’inizio i gradi di capitano, avrebbe anche ottenuto qualcosa in più. Prossimamente, Vincenzo Nibali e Cris Froome faranno i conti con lui…
JOAQUIN RODRIGUEZ: 8. A proposito di convinzione e determinazione, come non dare un buon voto a un corridore che anche in questa edizione del Tour de France ha ampiamente dimostrato di non arrendesi mai, anche nei momenti più difficili. Sembrava definitivamente fuori dal podio, ma nell’ultima tappa di montagna ha puntato con tutte le sue forze alla conquista del terzo posto finale. Ha condotto il ritmo per molti chilometri, decimando gli altri favoriti e lanciando anche precisi segnali in vista di una Vuelta che lo vedrà tra i favoriti.
Ma è stato anche il Tour de France delle “ruote veloci”, soprattutto di MARCEL KITTEL (voto 9) che ha fatto poker e ha messo la freccia sui Campi Elisi notturni, MARK CAVENDISH (voto 8), il più forte velocista mondiale che con due vittorie di tappa ha fatto il suo dovere così come ANDRE’ GREIPEL (voto 8). Mezzo voto in meno “all’istrionico” PETER SAGAN (voto 8), ma solo perché il leader della Cannondale avrebbe potuto “tradurre” i vari secondi posti in vittoria, che comunque è venuta lo stesso, accoppiata alla maglia verde della classifica a punti.
E il ciclismo italiano? Solo due nomi “pervenuti”. MORENO MOSER (voto 8), terzo sul mitico arrivo dell’Alpe d’Huez (lo vedremo sicuramente protagonista di un grande finale di stagione) e MATTEO TRENTIN, autore dell’ unica vittoria italiana. Almeno quella…
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