Le pagelle di Bari-Napoli

Creato il 23 gennaio 2011 da Antonoce
De Sanctis 6: mette sicurezza, rischia veramente poco.
Campagnaro 6,5: c’è da lottare, e lui ci mette i muscoli.
Cannavaro 6: il primo tempo è una pacchia, nella ripresa c’è Okaka, ma lo ferma bene.
Aronica 6: poco o nulla da segnalare, una partita la sua, quasi di allenamento.
Maggio 6,5: nel primo tempo parte bene, ma poi subisce muscoli e forza di Alvarez.
Nella ripresa prende le misure del barese, lo costringe al cambio di fascia, ed è in questa fase che diventa devastante, costringendo all’espulsione Parisi.
Gargano 5: a centrocampo è sempre fuori posizione. Quando entra Yebda gioca più avanzato, ma è un disastro. Mazzarri lo toglie, lui si spazientisce, ma il tecnico lo azzittisce. Deve capire che non è un titolare inamovibile, e che se sbaglia di continuo, come fa, può diventare anche una riserva.
Dal 37’ s.t. Sosa s.v.
Pazienza 6: tiene bene le sortite avversarie, in particolare di Almiron.
Zuniga 6: nell’inedito ruolo di esterno sinistro si comporta bene. Regala un po’ di imprevedibilità nel primo tempo, ed un’inattesa copertura nella ripresa.
Hamsik 6: è colui che spinge più di tutti in attacco, e tiene sulla corda il centrocampo avversario. Mazzarri lo toglie in vista della gara di mercoledì.
Dal 18’ s.t. Yebda 6: entra e dona centimetri e chili ad un centrocampo che già stava dominando, ma compensa annullando Almiron, che era l’unico del Bari a giocare.
Lavezzi 7,5: regala il gol del vantaggio che è una perla: colpo di tacco a correggere una punizione tirata da Cavani. Allo stesso Cavani, il Pocho ricambia il favore nel finale, con un bel cross che il Matador deve solo mettere in rete. Il Pocho è tornato decisivo, e adesso deve solo continuare così.
Dal 45’ s.t. Dumitru s.v.
Cavani 6,5: un tiro un gol, ottimo epilogo di una partita che lo ha visto poco servito e poco attivo, anzi, piuttosto nervoso. Ma alla fine va bene così. Deve convincersi che è un campione e stare più calmo, solo così il gol prima o poi arriva.
All: Mazzarri 7: altro campolavoro del tecnico toscano. La squadra è solida, sa imporre il proprio gioco, e controllare le sortite avversarie. Manca solo un po’ di cinismo, solita pecca, e la perfezione è vicina.

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