Sono sempre i microrganismi a suggestionare la talentuosissima Iris che per questa nuova couture li ripropone in versione iridescente con abiti fatti di lamelle di plaxiglass, materiali plastici trasparenti come aghi di ghiaccio e stoffe argentate confezionate a spirale a disegnare vortici organici sul corpo. Acuminati, gli aghi, diventano una criniera ispida sulle spalle, ricordano un freddo antartico corroborato dal bianco e dal grigio acciaio delle tinte scelte. Seta e materiali plastici ribattuti realizzano il sogno fluido di una mantella che sembra generarsi dal mercurio (una macchia che si agita sul corpo con un movimento innaturale e altemente sorprendente) mentre del lattiche si regala ad un movimento intrecciato di meandri verdognoli, sfociati in un movimento ondulatorio di filamenti, come un cumulo di alghe marine fradice arenate su di uno scoglio. Bizzarre come per ogni spettacolo le scarpe, qui in versione mastino napoletano, con perfetta dentatura in stile Mentadent White. Meno suggestiva del solito presenta un mood che forse non sorprende più come la prima volta (se non per l'enorme maestria tecnica) e ci lascia lì un pò destabilizzati a riflettere: dopo le luci dei riflettori chi mai avrà l'ardire di indossare o di commissionare qualcosa alla Herpen senza aver il timore di ritrovarsi su un red carpet o al circolo delle Madame del Burraco vestite come un conchiglione ripieno?
Le pagelle: IRIS VAN HERPEN HAUTE COUTURE SPRING SUMMER 2012
Creato il 24 gennaio 2012 da ModainsegniblogSono sempre i microrganismi a suggestionare la talentuosissima Iris che per questa nuova couture li ripropone in versione iridescente con abiti fatti di lamelle di plaxiglass, materiali plastici trasparenti come aghi di ghiaccio e stoffe argentate confezionate a spirale a disegnare vortici organici sul corpo. Acuminati, gli aghi, diventano una criniera ispida sulle spalle, ricordano un freddo antartico corroborato dal bianco e dal grigio acciaio delle tinte scelte. Seta e materiali plastici ribattuti realizzano il sogno fluido di una mantella che sembra generarsi dal mercurio (una macchia che si agita sul corpo con un movimento innaturale e altemente sorprendente) mentre del lattiche si regala ad un movimento intrecciato di meandri verdognoli, sfociati in un movimento ondulatorio di filamenti, come un cumulo di alghe marine fradice arenate su di uno scoglio. Bizzarre come per ogni spettacolo le scarpe, qui in versione mastino napoletano, con perfetta dentatura in stile Mentadent White. Meno suggestiva del solito presenta un mood che forse non sorprende più come la prima volta (se non per l'enorme maestria tecnica) e ci lascia lì un pò destabilizzati a riflettere: dopo le luci dei riflettori chi mai avrà l'ardire di indossare o di commissionare qualcosa alla Herpen senza aver il timore di ritrovarsi su un red carpet o al circolo delle Madame del Burraco vestite come un conchiglione ripieno?