Stella McCartney non è una semplice stella del fashion system, di quelle che il giorno vengono spazzate via come la polvere con lo Swiffer o le macchie col Mastrolindo, ma una stella cometa, con una coda di estimatori al seguito. Di quelle che si aspettano come un evento o che hanno segnato la storia di 3 bacucchi sul cammello verso Nazareth.
Questa stagione è il surf il motore di ricerca di Stella, le onde dell'oceano blu offese dalle tavole degli sportivi pimpanti cosparsi di olio di jojoba e burro di cacao e tostati dal sole di mezzogiorno.
I movimenti del mare diventano sugli abiti sagome sinuose che scandiscono tutta la silhouette in una linea mossa, dolce, barocca, molto presente. Leggera, ha tessuti flottanti come chiffon, crepe de chine o seta e mousseline di seta, che conferiscono ai capi una fluidità naturale, tattile, ed un eleganza che raggiunge l'acme nel bianco caldo, vanigliato. L'anima della collezione, profondamente sartoriale nelle strutture delle giacche e dei pantaloni, cede il passo (soprattutto nella seconda parte) alla semplice decorazione con inserti di rete e stampe con micro motivi geometrici. Bianco, cobalto luminoso, rosso corallino e policromie tavolozza. Meno moderna del solito (ricorda un pò, con le dovute differenze, Versace FW 2011.12), ha un risvolto che fa molto Monopolino, che infastidisce e conferisce alla collezione sfumature che fanno troppo bomboniera Capodimonte. Meglio la parte iniziale. Compro una vocale, la E di "Era meglio l'inverno". Un 6 e mezzo.