Esiste al mondo qualcuno in grado di affermare fermamente che questa non sia una collezione impeccabile? No, purtroppo non esiste. Purtroppo perché anche se la collezione è formalmente perfetta e sa magistralmente far sposare il gusto per le cose belle col buon senso di proporle, d'altro canto l'altro lato della medaglia mostra un appiattimento schiacciante sugli stessi modelli che, ciclicamente, vengono presentati in ogni collezione del brand. Risultato: una collezione infinita, nuova come una televendita Mondial Casa presentata da Mastrota ma che presenta un prodotto sicuro, pronto a far breccia, con la scusa del fondo unico in acciaio inox, alto un cm e garantito a vita. La vendita è andata magistralmente in porto. E' esattamente così che sono andate le cose anche stavolta. La silhouette è la stessa, asciutta come una sottoveste, stretta in un vitino esile da un cinturino altrettanto esile, in una deliziosa atmosfera diafana, pulita, trasparente che si concretizza in un minimale rotondo, in elementi cristalllini (uso del bianco, pvc per trench e scarpe, plex per il tacco, effetti luce come borchie e placche metallo) che si riversano in un barocco romantico nel finale. "Abbiamo scelto di celebrare Roma, il suo neorealismo cinematografico con i modi e i gesti di Anna Magnani e Silvana Mangano. In un certo senso, abbiamo scelto di fare una celebrazione della sottoveste. Ma non è nostalgia: l'abbiamo capito guardando una mostra a New York dell'artista Cindy Shermann: i suoi travestimenti 'alla lettera' hanno sempre uno spirito irriverente e contemporaneo, qualcosa che è insieme celebrazione ed emancipazione". Ed è la sottoveste che si intravede sotto l'abito, sotto il long dress leggermente aperto come uno chemisier, che emerge da sotto un all over di pizzo, che diventa un vero e proprio vestito. Bianco, nudo, nero... ma anche blu, amarena, grigio e un animalier che regala quella ricercatezza maggiore ad un mood tendenzialmente monacale che sigilla la silhouette con colletti e polsini abbottonati. Nel parterre il maestro Valentino, contento e dimentico del vecchio circo che avevano tentato di metter su la Chiuri ed il Piccioli con le prime collezioni, sorride beatamente con Jennifer Lopez alla sua sinistra (si, non era Valentino quello in fucsia nonostante l'eyeliner), forte più che mai del fatto che, paradossalmente, nella storia di questa maison rimane lui il più moderno dei direttori artistici che si sono succeduti. Se non altro ci aveva abituato a volumi ed ad un alfabeto che non è, come in questo caso, monocorde. Bella ma... basta! Un 8.
Esiste al mondo qualcuno in grado di affermare fermamente che questa non sia una collezione impeccabile? No, purtroppo non esiste. Purtroppo perché anche se la collezione è formalmente perfetta e sa magistralmente far sposare il gusto per le cose belle col buon senso di proporle, d'altro canto l'altro lato della medaglia mostra un appiattimento schiacciante sugli stessi modelli che, ciclicamente, vengono presentati in ogni collezione del brand. Risultato: una collezione infinita, nuova come una televendita Mondial Casa presentata da Mastrota ma che presenta un prodotto sicuro, pronto a far breccia, con la scusa del fondo unico in acciaio inox, alto un cm e garantito a vita. La vendita è andata magistralmente in porto. E' esattamente così che sono andate le cose anche stavolta. La silhouette è la stessa, asciutta come una sottoveste, stretta in un vitino esile da un cinturino altrettanto esile, in una deliziosa atmosfera diafana, pulita, trasparente che si concretizza in un minimale rotondo, in elementi cristalllini (uso del bianco, pvc per trench e scarpe, plex per il tacco, effetti luce come borchie e placche metallo) che si riversano in un barocco romantico nel finale. "Abbiamo scelto di celebrare Roma, il suo neorealismo cinematografico con i modi e i gesti di Anna Magnani e Silvana Mangano. In un certo senso, abbiamo scelto di fare una celebrazione della sottoveste. Ma non è nostalgia: l'abbiamo capito guardando una mostra a New York dell'artista Cindy Shermann: i suoi travestimenti 'alla lettera' hanno sempre uno spirito irriverente e contemporaneo, qualcosa che è insieme celebrazione ed emancipazione". Ed è la sottoveste che si intravede sotto l'abito, sotto il long dress leggermente aperto come uno chemisier, che emerge da sotto un all over di pizzo, che diventa un vero e proprio vestito. Bianco, nudo, nero... ma anche blu, amarena, grigio e un animalier che regala quella ricercatezza maggiore ad un mood tendenzialmente monacale che sigilla la silhouette con colletti e polsini abbottonati. Nel parterre il maestro Valentino, contento e dimentico del vecchio circo che avevano tentato di metter su la Chiuri ed il Piccioli con le prime collezioni, sorride beatamente con Jennifer Lopez alla sua sinistra (si, non era Valentino quello in fucsia nonostante l'eyeliner), forte più che mai del fatto che, paradossalmente, nella storia di questa maison rimane lui il più moderno dei direttori artistici che si sono succeduti. Se non altro ci aveva abituato a volumi ed ad un alfabeto che non è, come in questo caso, monocorde. Bella ma... basta! Un 8.
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