Parlare serve sempre.
Parlare aiuta a capire.
Il tono della voce, l’affanno o la pace, la rabbia o il dolore, la tenerezza o la tristezza.
Nessuna tastiera potrà mai sostituire il leggersi delle parole.
La tastiera inganna, sotto ogni punto di vista, in bene e in male. La tastiera, illude, delude, stronca, accellera, confonde. La tastiera genera lettere sproporzionate e di gran lunga superiori al loro valore, sia nel bene che nel male.
Le parole, invece, hanno dalla loro radici infilzate strette nei sentimenti e non serve altro che attimi di attenzione per arrivare diretti alla comprensione dell’altro.
Chiara