Magazine Cultura

Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.

Creato il 01 dicembre 2011 da Charlotteforever25
E' stato mentre camminavo che mi è venuto in mente cosa ho sognato stanotte: io che canto Strangers in the night e ad un certo punto non ho più voce. E mi sforzo perché ci sono un milione di persone accorse da tutto il mondo (io sono egocentrica ed esagerata), ma, nonostante i tentativi di gridare a costo di stonare, non si sente niente manco col microfono. Zero.
Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Questi sogni notturni non prendono vita nelle mie giornate ma io voglio dar loro una voce, cioè quella che stanotte mi è mancata. Ho capito subito la connessione astrale: devo scrivere un oroscopo che si chiama Le parole che non ti ho detto. Buona idea no?! Però devo ancora metabolizzare i messaggi cosmici celesti, quindi oggi racconterò un pezzetto di un viaggio strepitoso a bordo di un treno, viaggio che mi vedeva protagonista un anno fa e di cui ora sono il narratore numero 1. Sarà a puntate perché è un racconto lungo, ma prima della fine del mio racconto arriverà l'oroscopo Le parole che non ti ho detto. Ho deciso di alternare oroscopo a qualche altro concetto che mi frulla per la testa per due ragioni:
1) per non essere catalogata irrimediabilmente come astrologa a tempo pieno;
2) per non vivere troppo a briglia sciolta perché quando mi vieteranno di farlo lo accuserò meno.
Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Il viaggio in questione, indovinate un po', è ambientato in Africa. Ed è un viaggio di oltre 50 ore che inizia dallo Zambia e finisce in Tanzania. In realtà non finisce e ve lo dimostrerò. Si chiama Vampirimposhi e il perché non lo so manco io. Però mi sembrava un bel modo per inaugurare il quadernino che avevo a disposizione. C'è una piccola premessa da fare:

Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Non è stato facile perme prendere e salire su quel treno. Non parlo  di una freccia rossa qualsiasi che in tre oreti recapita da Roma a Milano che nemmeno hai finito di leggere il giornale. Madi uno di quei treni africani, che non sai con quante persone – ohmiodio –dividerai lo scompartimento, quando arriverai e se mai lo farai, che tipo dianimali domestici troverai in corridoio e quale sarà la condizione del bagno.Dubbi legittimi. Io, occidentale vagamente viziata e esasperatamenteclaustrofobica, su un treno così non volevo salire. Avrei voluto esserecontenta di farlo come tutti quelli che lo facevano, ma ero assorta nel piùprofondo silenzio, speranzosa che per qualche ragione il treno non partissepiù. In Africa succede sempre. Che pensi una cosa e succede il contrario. Ealla fine gli orari gli appuntamenti e tutto il resto sono sempre un terno allotto, perché i programmi cambiano con molta più facilità e non c’è ragione percui la gente si arrabbi. “Ci scusiamo con i gentili viaggiatori, ma il treno,per supreme ragioni divine, non partirà. Per tutti i gentili viaggiatori lacompagnia Tazara ha prenotato un volo di linea che in tre ore vi porterà adestinazione”. Invece niente. Quel giorno in Africa tutto funzionava. E con lozaino sulle spalle, con il peso della prigionia che incombeva sulla mia giovaneetà, ero in coda ad aspettare di salire nei vagoni di prima classe. Iviaggiatori di seconda e terza classe sarebbero saliti altrove e solo Dio sadove avrebbero messo tutti i loro bagagli. Più che spostamenti da un luogo adun altro i loro sembrano veri e propri traslochi da un pianeta all’altro. Nientevaligie, poi, solo buste e scatoloni e buste e bambini con bustine e piccolescatole. La questione viaggiare leggeri o solo con il bagaglio a mano, per me  tanto essenziale, a quanto pare per loro èsolo una stronzata. Beati. Sì, beati loro. Che, ormai lo sannotutti, non hanno nemmeno un centesimo di quello che tu hai e sono milioni divolte più felici di te. Rassegniamoci. Il progresso ci ha fottuti.Salire sul treno ormai si deve, se non altro per imitarli e magari ottenereun pezzetto di quella felicità inspiegabile che a noi sembra ogni giorno più irraggiungibile.Impazzirò, pensavo.E lo farò prima di tuffarmi nell’Oceano Indiano.Impazzita, poi, nonsono impazzita. Mi sono messa a scrivere e a farlo con la stessa cautela che siusa quando ci si avvicina ad una persona imprevedibile, con la libertà di saltareda un argomento all’altro, con la cautela di qualcuno che cerca di essereconvinto di fare qualcosa, ma non sa cosa sta facendo. Una cautela sincera, chepoi ha lasciato il posto al delirio del rumore, al silenzio dei pensieri piùintimi, alla delicatezza di un amore comune, alla condivisione di una bellezzaabbagliante. All’assurdità diun’ambizione che prende vita e che non riesci più a fermare. E tu non c’entripiù niente, perché lei cammina con le sue gambe e tu non ne hai più bisogno, dilei, perché non ti servono altre conferme. La conferma è stare sul treno ascrivere per 50 ore. A capire il valore del tempo che ultimamente se ne va viapiù veloce. E non lo hai scritto, non lo hai danzato, non hai cercato difermarlo in nessun modo. La certezza è scendere sapendo che si è rimasti là, afarsi innamorare dalle strane idee da supereroi che non hanno bisogno diali per volare.
Vampirimposhi
07.12.2010Kapiri Mposhi - Zambia. Sul treno. DestinazioneDar es salaam. Il treno ci ha appena portato fuori dalla realtà. Tutto questo èclaustrofobico e insensato. Come si può decidere di fare una cosa del genere?Avrei benissimo potuto scegliere di prendere un aereo e arrivare aStone Town in un'ora. Godere di due giorni in più di Oceano Indianoinvece che scegliere di accamparmi su un treno per due giorni. Che poi è il tempo chedovrebbe metterci sulla carta. La realtà, poi, è un'altra cosa. Soprattuttoqua. Ciò significa che si potrebbe scendere anche dopo 60 di ore, o 55, o 49.Ecco cosa cambia quando sei in Africa: che 44 ore, o 47 ore, o 60 ore, 50 ore,sono più o meno lo stesso. Cambia che le grandi cose sembrano sfumature e lesfumature grandi cose. 
Scenderò dal trenogiovedì - inshallah -  e scenderò diversa. Nel frattempo Fausto mipenserà preoccupato. Non vedrà l'ora che lo chiamerò per dire "tuttook". Passerà queste ore a documentarsi su internet sulla qualità dei trenizambiani e probabilmente resterà deluso. Ma non si può essere tutti contentinello stesso momento. Me ne sono fatta una ragione anche io. E pensare che il viaggio perZanzibar è il loro regalo di compleanno. Sono certa che orapensa a quanto sarebbe stato più saggio anche se meno solidale regalarmi unahandbag di coccodrillo. Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Questo non ha importanza, quello che importa è che stiamo intreno, sulla linea Tazara per la precisione, che percorre un totale di oltre 1.800 kmda Kapiri Mposhi in Zambia a Dar Es Salaam in Tanzania (da qui la sigla tazaraTanzania Zambia). Costruita nei primi anni ‘70, è stata la principale via perl'esportazione del rame estratto in Zambia. Poi, con la caduta del regime dell’apartheidin Sudafrica, molto di questo traffico è stato dirottato verso i portimeridionali del continente. Dopo circa2 ore di viaggio, mi sento assai frastornata. Soprattutto dal saluto con Mongu, capitale della western province zambianadove ho lavorato per un anno in attività di sensibilizzazione su tematicheambientali nelle scuole e nelle stazioni radio all'interno di un progetto ambientale dell'organizzazione Celim finanziato dal Ministero degli Esteri. Riciclaggio creativo,era questa la mia missione laggiù. Io e un team superfigo insegnavamo ai bambini come fare i giocattolicon la carta dei biscotti e con le scatole dei cellulari. Scrivevo favole cheraccontavano di alberi magici e strepitosi per convincere quegli adorabilibambini scalzi a rispettare la natura. Raccontavo loro che in Italia non cisono i leoni e nemmeno le scimmie: questa notizia triste li faceva ammutolire.Spiegavo loro che è per via del clima differente che quegli animali in Italianon ci vivono bene. Ma le associazioni di idee dei bambini sono molto piùinteressanti di quelle degli adulti. Ma sono anche molto più difficili damodificare. Per loro io ero la bianca che vive in un paese noioso senza ruggitinotturni. E poi quella che implora di non lanciare le bottiglie vuote in mezzoalla strada. Morale: per paura che i leoni potessero sparire dallo Zambiapulivano la scuola e anche il cortile di casa. I professori mi erano grati peraver ampliato quelle giovani vedute e volevano che andassi a scuola ognigiorno. Io spiegavo che non era possibile, ma che sarebbe stato compito lorocontinuare a coltivare quel promettente buonsenso. Loro mi davano ragione. Finedella questione. (Per i più motivati o per chi vuole capire meglio di cosa parlo, consiglio un video che per il momento non riesco a caricare, ma che riuscirò a caricare presto. Senz'altro prima dell'oroscopo).Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.

Un anno vola, ma ti lascia il tempo di insediarti anche se in un posto assurdamente sabbioso,incredibilmente isolato, popolato dai lozi che vogliono rendersi indipendentidal resto del paese. Prima di lasciare Mongu ho nascosto le lacrime nellafretta di chiudere le valigie senza farle esplodere. Ho cercato l'equilibrionel delirio di un arrivederci fatto di doni e promesse. Ho trovato solo il posto nella valigia per portarecon me la gonna da makishi che Zizu, grado 8 della scuola di Kalangu, mi haregalato per il compleanno. E' già qualcosa.Follow the rabbit. Iltreno Kapiri-Dar parte una volta a settimana. Tutti i martedì, oltre al treno,si mette in moto una dimensione parallela: si comincia dalla stazione dei busdi Kapiri-mposhi dove tutti i tassisti cercano il più attraente mukua (uomo bianco) da spennare,poi ad ogni stazione donne e bambini vendono prodotti di ogni genere. Banane epezzi di pollo e bustine di whisky, frittelle, bibite, noccioline, bruchisecchi e ai bruchi secchi mi fermo. Tutti sanno che il martedì si fanno affarie allora vale la pena andare alla stazione nonostante la pioggia e ciò che a lorosembra freddo imponga di indossare passamontagna, giacca a vento e stivali digomma.Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Parentesi non romantica. Il concetto di bagno non èper tutti lo stesso. Molto spesso i bagni zambiani consistono in una buca sullaquale vengono poggiati dei sacchi di sabbia per appoggiare i piedi. Altre volteconsistono in buca e basta. Che comunque è molto meglio del bagno del treno. E'facile immaginare che le missioni al bagno siano state finora l'ostacolomaggiore a causa del buio e del movimento non proprio morbido del treno.Ma siccome c'è chi dice che lavarsi troppo famale, mi sto concentrando a pensare ai benefici di questa che, a breve, dovràdiventare un'abitudine. Non oso pensare a come reagirebbero i miei capelli se,una volta scesa dal treno, dovessi per qualche motivo decidere di farla finitacon le maschere notturne all'olio di argan. Tuttavia, qualunque abitudineadotterò una volta a terra, sarà costruttiva, o almeno la mia buona fede vorràche sia costruttiva. Ma non posso garantire fin da ora il buon esito di tutti imiei propositi.


Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.Ore 20 - In treno hai iltempo di scrivere quello che vedi e quello che ti pare di vedere; di pensare adove scenderà mai il coniglio che insegui. Hai il tempo di rilassarti, digustare del piacere della compagnia, della solitudine, del silenzio. Haitempo pure di ricordarti quanto sia belloannoiarsi. Sinceramente? Scrivere sul treno mantenendo unacalligrafia leggibile è da supereroi. E' evidente che sono ancora troppogiovane per aspirare ad un titolo del genere. Comunque. Nel sacco a pelonella cuccetta B2 dello scompartimento C2 con il finestrino aperto si staproprio bene. Fuori è buio ormai e non si vede la strada, ma il bellodella cuccetta B2 dello scompartimento C2 del treno Kapiri-Darè che è come se si vedesse. Ora la domanda è: mi sentirò ancora così fra16 ore, ossia ad ancora 21 ore dall'arrivo?
Le parole che non ti ho detto te le dico un'altra volta. Ora senti a me.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :