Nevica. Nevica ed è lunedì. Tutto ciò non fa una piega, effettivamente. Sono stanca,stanchissima. Ho passato una nottataccia e ora sono stanca morta. Scrivo,sebbene non abbia nulla di particolare da raccontare,perchè è la sola cosa che mi permette di non restare immobile,stagnante nel mio essere. Se il tempo fosse sostanza sarebbe un liquido vischioso,che scorre lento sulla nostra pelle,sul nostro corpo,in ogni orifizio. Quando non ci sarà più un singolo lembo libero,sarà allora,solo allora,che saremo morti.
Le parole hanno sempre scandito il tempo della mia vita. Parole lunghe come istanti,brevi come anni. Cascate di lettere,che divengono pensieri,sono intrappolate in decine di quaderni che, alla fine,sono diventati Vita. La mia. Ripesco parole e con esse ricordi-indiscibile connubio- e ritrovo me stessa,ritrovo tante me stessa. Siamo tutte diverse,magari anche per una sola virgola,ma tutte fatte d’inchiostro.
Non ho più scritto per un lungo periodo della mia vita. È stato un tempo privo non solo di parole,ma anche di me. Il vuoto è stato riempito dall’illusione di una vita finalmente reale e non fatta d’inchiostro. I minuti,le ore,i giorni,i mesi,gli anni sono rimasti, labili, solo nella mia mente,nessuna parola li protegge. E poi,cercando di riemergere da quel mondo che potevo toccare,ma che non raccontavo,sono arrivata qui. E scrivo.
Mi guardo indietro e trovo parole che fanno ancora male.
Abbandono.
Ansia.
Solitudine.
Il tempo imprigionato in quelle parole,è inciso indelebilmente sulla mia pelle.
Ma trovo anche dell’altro,nel miscuglio di giorni ed inchiostro.
Speranza. [Parola che ormai si è persa in quel tempo]
Futuro. Amicizia. Soddisfazione.
Forza. [Anche se all'epoca non ne ero del tutto consapevole]
E ora,se dovessi sceglire una sola,singola parola,quale sarei?
V.