L'altro giorno ho letto sul profilo facebook di una persona che conosco da poco, ma che mi piace molto, queste parole: Succeda quel che succeda... un passato di cose non dette mi ha insegnato a non tacere, nel bene e nel male.
Perché poi noi pensiamo sempre che siano le parole che fanno male ed invece spesso fanno più male i silenzi.
Io sono una che invece ha sempre parlato molto, ha detto, ha spiegato, ha interpretato. E che spesso è passata da dire molto a dire troppo. Ho sempre avuto un grande limite, che è l'impazienza, l'incapacità di dare tempo al tempo, di attendere l'evolvere degli eventi. Però a forza di testate sulle gengive la vita mi ha insegnato a trovare la sana via di mezzo cercando soprattutto di non cadere nell'estremismo opposto.
Le due cose più importanti che ho imparato sono sicuramente:a) puntare all'essenza;b) chi fa da sé...
Perché tante volte si parla, si parla e non si dice mai quello che si vorrebbe dire. Si allude, ci si gira intorno, si abbonda di particolari, senza mai concentrarsi sulla sostanza. Invece a volte, l'unico modo è dirle, le cose. Che noi ci giriamo intorno, per paura di dirle, e gli altri non le colgono, per paura di sentirle.
Ma il mio più grande successo è che ho smesso di parlare anche per gli altri. Se la risposta, o la spiegazione non arrivano, non colmo più i vuoti ed i silenzi.Sicuramente è un grande passo per me, che mi sono troppe volte sostituita agli altri nell'elaborare ipotesi e decisioni, facendomi carico di pesi non miei.Un grande passo permesso sicuramente da un (ri)trovato amore per me stessa e da un'indulgenza che mi erano sconosciuti.
E' una strada che cerco da tutta la vita, ma solo ora ho la sensazione di aver imboccato la direzione giusta.