La storia insegna che i momenti neri dell’umanità sono da sempre accompagnati da un’avvilimento delle arti, simbolo di questa verità è il Medio Evo, periodi che vedono l’essere umano risucchiato dalla nebbia scura e viscida della confusione mentre i suoi pensieri si decompongono rimanendo intrappolati nel buio. Ovviamente qualcuno emerge, sintomo di un cambiamento possibile, di un Rinascimento in attesa.
È innegabile che l’attuale periodo storico, definito finalmente di recessione, si sta dimostrando una sorta di buco nero dove le speranze faticano a galleggiare e il fatalismo conquista inesorabilmente ogni angolo. Eppure, non riesco a definire il confine tra colpevoli e vittime, nemmeno nella letteratura.
Troppo spesso gli scrittori, o presunti tali, attaccano le case editrici ritenendole senza coraggio verso gli emergenti, vero, ma altrettanta attenzione dovrebbe, a mio avviso, venire riposta nel talento di chi si ritiene bravo pur senza dimostrare alcuna reale prova.
Se da un lato le case editrici propongono lavori sicuri, firme note capaci di smuovere il mercato, pur risparmiando notevolmente nella forma, i correttori di bozze costano, dall’altro anche il lettore e lo scrittore sconosciuto dovrebbero fare un atto di coraggio, il primo rifiutandosi di acquistare libri brutti seppur famosi, il secondo cercando di rivedere anche mille volte il suo lavoro, cercando difetti, tagliando e accettando critiche, prima di definirsi tale.
Il riflesso della paura appare evidente, paura di investire nel nuovo, paura di affrontare le parole della scrittura nella forma corretta che dovrebbero averci insegnato.
Per fortuna, che sia cartaceo o eBook, il libro e la letteratura resistono anche ai movimenti oscillanti dell’economia, per fortuna chi sa scrivere non demorde e per fortuna chi sa leggere sa anche scegliere. Le paure, e le conseguenti brutture dell’umanità, non cesseranno di esistere, nemmeno quando, finalmente, questo periodo nero troverà la parola fine. Nel frattempo leggo, e come sempre ringrazio chi mi consiglia libri belli, chi li pubblica e chi li scrive.