Dalla macinazione dei semi di alcuni alberi tropicali prende forma quella famigerata sostanza denominata caffè. Lungo o decaffeinato, americano o all’italiana, macchiato, espresso o forte, questa meravigliosa sostanza continua a manovrare come un burattinaio le giornate dei lavoratori più incalliti. Tra chi decide se prenderlo amaro piuttosto che zuccherato, c’è chi decide da quale angolazione sia più affascinante farlo gocciolare. Michael Aaron Williams è un artista americano che realizza i propri ritratti con pennellate di caffè su vecchie pagine di registri.
Sfumature inconfondibilmente delicate e senza ombra di dubbio sfavillanti di un aroma inconfondibile. I ritratti di Michael Aaron William sono scanditi alla perfezione e resi affascinanti dall’utilizzo di un materiale insolito. Come fosse acquerello, il caffè viene utilizzato nella maniera più delicata, tanto da regalare allo spettatore un romantico senso di classicità. Le vecchie pagine di registri rendono l’opera ancora più antica, quasi ritrovata. Sembra quasi che qualcuno, dopo anni di ricerche, abbia ritrovato tra le anguste scartoffie di una biblioteca sperduta il ritratto delicato di una donna con gli occhi chiusi e le spalle scoperte. Come sfondo, vecchi calcoli approssimativamente senza senso visto che adesso a dominare la scena resta un profilo delineato da magiche pennellate di caffè. Il tocco sensibile di Michael Aaron Williams permette di immedesimarsi oltre che nella figura rappresentata, nei sentimenti di chi le realizza: un padre nostalgico innamorato del proprio figlio, un passante raffigurato per strada, una donna persa oppure irraggiungibile racchiusa semplicemente nei ricordi di chi non dimentica, ma riesce a muovere il pennello con i fili malinconici della propria mente.