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Le perle di Loredana#4 - Elena Ferrante - L'amica geniale

Creato il 08 febbraio 2016 da Loredana Gasparri
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Le perle di Loredana#4 - Elena Ferrante - L'amica genialeGrazie alla mia socia di Blog, Simona, oggi lucido un’altra perla WeekendOutd’eccezione. Parliamo di un’autrice che è diventata un caso editoriale, Elena Ferrante, e la sua tetralogia, che inizia con L’amica geniale. Si è parlato molto della reale identità della scrittrice, che preferisce restare in ombra sotto un nome dal suono comune, benché attivo e forte. Se non conosciamo di lei il viso e le vicende biografiche, impariamo a conoscerne la voce che parla nel primo dei libri che ho letto, L’amica geniale. In un’intervista estremamente rara, per IlSole 24Ore a dicembre 2015, la Ferrante dichiara risoluta: «Credo che i libri, una volta scritti, non abbiano bisogno dei loro autori. Se hanno qualcosa da dire, prima o poi troveranno lettori; in caso contrario, no… E inoltre: non è forse vero che promuoverli è costoso? Io sarò lo scrittore meno costoso della casa editrice. Vi risparmierò perfino la mia presenza».
Le perle di Loredana#4 - Elena Ferrante - L'amica genialeNon posso darle torto. E’ un punto di vista estremamente interessante…e mi fa venire in mente altre identità enigmatiche della storia della letteratura, come lo stesso Shakespeare. Ci fu chi disse che non esisteva sul serio un uomo di quel nome, ma che fosse un paravento per nientemeno che la Regina Elisabetta, la coltissima e scaltra Regina Vergine.
Siamo a Napoli nella metà degli anni Cinquanta, in un rione non ben precisato, povero, corroso dalla fame, dall’astio rabbioso di chi si sente vittima di un’ingiustizia senza sapere nemmeno perché. In questo clima teso s’incontrano due bambine di sei anni, Elena Greco e Raffaella Cerullo, che impareremo a conoscere solo come Lenù e Lila, attraverso gli occhi e la voce della prima. La prima è figlia di un usciere comunale, la seconda di un calzolaio capace ma immobilizzato al suo posto dal proprio astio. Masticano povertà, ristrettezze, violenza di modi e di linguaggi. S’incontrano in casa, in una palazzina che sta su alla bell’e meglio, e sviluppano un’amicizia burrascosa ed epica, fatta di movenze anche animali all’inizio. Si muovono caute l’una intorno all’altra, desiderose di conoscersi, di predominare l’una sull’altra e di conoscere i confini l’una dell’altra. Lila non è una bimba comune: il suo carattere spinoso da guerriero splendente ma ferito, che non ha paura di nulla, la fa spiccare subito su tutti gli altri, e meritarsi subito l’etichetta di cattiva.
Lenù è buona, giudiziosa, colei che fa tutto a modo, bella, l’orgoglio del padre e il rimorso rabbioso della madre che la teme e la schiaccia perché non la capisce, pur comprendendo benissimo che quella figlia è troppo per lei. Lila, invece, è una piccola supernova, troppo forte, potente e capace per chiunque nel rione. Non ha paura di nulla, sfida tutti, compreso un piccolo boss della camorra, per una bambola, quando non è nemmeno preadolescente.
Con queste premesse, i ruoli e la storia si annunciano quasi preordinati e banali, da copione collaudato come il poliziotto buono e quello cattivo, che qui si traducono nell’accoppiata amica geniale che spicca e amica gregaria che l’adora, l’asseconda, la serve, le fa da sfondo su cui brillare.Niente di tutto questo. Lo scoprirete leggendo lo sviluppo di un rapporto tra due persone mai banali, mai semplici nelle loro manifestazioni, e nei loro pensieri, nel racconto delle vicende altalenanti delle due bambine che in questo primo libro seguiamo fino a vederle sedicenni, accompagnandole nelle loro trasformazioni fisiche, mentali e di ruolo, nel modo in cui si misurano con una folla di personaggi che le attornia, genitori, amici, spasimanti, nemici, insegnanti.
E’ solo il primo libro. Quando lo chiuderete, vorrete anche gli altri, subito, come sta capitando a me, che riesco a malapena ad aspettare di entrare in una libreria (fisica o virtuale) per potermi assicurare gli altri. E quello che vi spingerà, oltre a sapere come si evolvono le vicende delle nostre Lenù e Lila, è il desiderio di risentire la voce di Lenù che racconta e che…non racconta. Lenù dice molte cose e altrettante le tace, e vi sorvola. Vi butta lì un amo, lascia cadere un fazzoletto, una parola, una puntina come se fosse sbadata o non le interessassero più, ma sono in realtà tante piccole micce accese per riflessioni e domande che vi nasceranno. Non è un libro che si lascia leggere facilmente, anche perché vi interromperà continuamente il flusso della vostra memoria, che vi farà fare il paragone con le situazioni d’amici che avete vissuto voi. Vi verranno in mente odori, colori, sapori, stati d’animo che nemmeno ricordavate di aver sentito e provato.
E a proposito di riflessioni nascenti, ve ne giro una io, prima di darmi alla pesca: chi è davvero l’amica geniale?

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