Si riferiva ai miei poveri anfibi. Lì per lì ho ricambiato ridendo; ma poi la mia testa è diventata un turbinio di nuvole.
Premessa: non vivo in una grande città, nemmeno in un paesino; nonostante ciò, ho impiegato parecchio tempo per meditare una simile scelta. Nonostante facciano moda, eh! Ci ho messo tempo, perché rappresentano comunque una svolta di stile piuttosto forte, che in un certo qual modo ti etichetta. Sembra stupido, ma la gente ti vede vestita in un modo e si fa una determinata idea di te. Sbagliata o giusta che sia.Ad esempio, per alcuni addirittura sono una metallara... e mai ascoltato metal in vita mia!
Fatto sta che, scherzi a parte, un indumento simile definisce l'individuo. O meglio, il suo modo di pensare, di comportarsi. Di vivere.
Non è come comprare una scarpa da tennis: dall'anfibio difficilmente torni indietro. E se lo fai, ti sembra quasi di tradirlo. Cominci a chiedergli scusa mentalmente, sperando di tornare a indossarlo.
Comunque dicevo, la mia testa è diventata un turbinio di nuvole: riflettevo sulle persone con gli anfibi.
Le persone con gli anfibi, sono quelle che la vita per loro è sempre stata una guerra, ma non te lo vengono a spiegare.
Sono quelle che ricambiano la delusione con la rabbia, per poi lasciarsi sanguinare nel buio.
Sono quelle ipersensibili e magari sarcastiche nel contempo. Quelle che tante volte, ridendo fanno finta di niente e poi si pentono di tutto.
Quelle che la loro fiducia non è facile da conquistare, e se poi la conquisti riesci a segnargli l'anima.
Quelle che sembrano allontanare l'altro, invece cercano vicinanza.Quelle che non vogliono sentire ragioni, eppure necessitano del dialogo.
Quelle che fanno pensieri troppo grandi e strani, ma magari cambiano il mondo.
Spavalde, ombrose, emotive, difettose.Perché no: magari anche piuttosto sincere.Perché a mostrarsi per ciò che si è, in fondo ci vuole coraggio.