Esiste un tempo, lo sai, in cui vi sono genti che non hanno voce. Non che non l’abbiano davvero, ma tacciono, che per loro conta più quello dell’ascolto. Raccolgono parole e sentimenti, ne fanno tela ricamata, sorridono se vale, rassicurano.
Non dicono, sono. E tengono in grembo bugie ed inganni, confidenze e patti, memorie d’omicidi e fatture,amori ed odio acceso, vendette e pace. Racchiudono come sacco l’esperienze altrui e poco chiedono che mai viene il loro tempo, sempre di tempeste d’altri colma la vita.
Assecondano il giro, il tempo delle stagioni, tacciono ancora quando sarebbe da dire ed urlare e mandare anche a quel paese tutti quei tormenti, quelle bugie, quei giuramenti falsi e malcelati dietro a coltri di ipocrisia.
Ma, succede che poi, ancor che il tempo passa, s’avviene anche per loro d’aver voce.
E ciò che diranno, a star ad ascoltarli, cambierà il corso delle cose.
E brucerà l’inferno e s’apriranno varchi e giù, qualcuno cadrà nelle ceneri eterne.
Che il tempo si compie del cambiamento.
E mai è tardi per la verità.
Chiara