Il libro…
Per sminuirne il talento, si parlava della Sagan come della rappresentante di un esistenzialismo “all’acqua di rose”. In realtà, la scrittrice parigina – anticonformista, di successo e dalla vita spericolata – sapeva come raccontare le storie, come ricreare le emozioni. In questo caso, siamo di fronte al senso di infinita insoddisfazione e tristezza che regna nella vita di Paule, al vuoto che le lasciano queste relazioni interrotte, frammentate, mai definitive o destinate all’infelicità sin dall’inizio.Avanti anni luce rispetto ai tempi, la Sagan racconta di relazioni amorose molto moderne, fra persone libere e indipendenti, dove il contesto sociale e famigliare non interferisce per nulla nelle dinamiche di coppia (da questo punto di vista molto poco italico, specie dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, così familista e dove i problemi si discutevano e risolvevano a tavola, insieme a nonni, zii e cugini).
Infine, la Sagan solletica la mia passione per i bei titoli (quelli che ti rimangono in testa perché incisivi e attraenti). Bravissima a sceglierli per le sue opere. Ne cito altri tre oltre all’azzeccatissimo Le piace Brahms? (Aimez-vous Brahms?), ovvero: Un po’ di sole nell’acqua gelida (Un peu de soleil dans l’eau froide), Un certo sorriso (Un certain sourire) e l’insuperabile Buongiorno tristezza (Bonjour tristesse) . Da riscoprire.
…dal libro al film…
Preso in mano da produttori hollywoodiani senza grazia e incapaci di valorizzarne le sfumature, il romanzo si trasforma in una pellicola piuttosto scialba, molto sentimentale e a tratti di una superficialità disarmante. Oltre che di una lunghezza eccessiva.
Locandina edizione americana
Il regista Anatole Litvak non sa cogliere le sfumature e appiattisce tutto l’appiattibile. La dolorosa tristezza che aleggia intorno a Paule, insoddisfatta e infelice per la propria condizione di donna che capisce di aver ormai perduto gli anni migliori della propria esistenza, è banalizzata in un racconto fintamente scandalistico su un rapporto tra una donna più vecchia e un ragazzo più giovane (un’anticipazione del toy boy tanto di moda in questi anni, vedi Demi Moore o Madonna?).Il tutto si regge in piedi solamente grazie alla presenza e alle capacità degli attori di stare in scena.Innanzitutto, quella di Yves Montand, degno rappresentante del maschio adulto e seduttore dal sorriso accattivante. Ugualmente lo “psicopatico” Anthony Perkins, qui nei panni di Philip (il Simon del libro), giovane stralunato, un po’ inquietante e amante ossessivo con una passione (edipica) per le donne più grandi di lui. Infine, Ingrid Bergman, giusta per età, ma forse troppo rigida e controllata rispetto all’immagine che mi sono costruito pensando alla Paule del romanzo. Se il film fosse stato girato alla fine degli anni Sessanta e non all’inizio, io avrei visto bene l’impiego di un’attrice all’epoca molto in voga come Anouk Aimée (quella di Un homme, une femme di Claude Lelouche, per intenderci)…
Charlie CitrineDati film
Titolo: Le piace Brahms?Titolo originale: Goodbye AgainRegista: Anatole LitvakSceneggiatura: Samuel A. Taylor (romanzo: Françoise Sagan) Interpreti: · Ingrid Bergman (Paule Tessier)· Yves Montand (Roger Demarest) · Anthony Perkins (Philip Van der Besh)· Jessie Royce Landis (Mrs. Van der Besh)Anno: 1961 Paese: USA/FranciaColore: B/NDurata: 120 minuti Genere: Drammatico
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