"Insomma, per il traduttore i problemi da risolvere non vengono mai meno. Nei testi dove la comunicazione è di tipo più colloquiale, il traduttore se riesce a cogliere il giusto tono dall'inizio, può continuare su questo slancio con una disinvoltura che sembra -che deve sembrare- facile. Ma tradurre non è mai facile; ci sono dei casi in cui le difficoltà vengono risolte spontaneamente quasi inconsciamente mettendosi in sintonia col tono dell'autore. Ma per i testi stilisticamente più complessi, con diversi livelli de linguaggio che si correggono a vicenda, le difficoltà devono essere risolte frase per frase, seguendo il gioco di contrappunto, le intenzioni coscienti o le pulsione inconsce dell'autore. Tradurre è un'arte: il passaggio di un testo letterario, qualsiasi sia il suo valore, in un'altra lingua richiede ogni volta un qualche tipo di miracolo. Sappiamo tutti che la poesia in versi è intraducibile per definizione; ma la vera letteratura, anche quella in prosa, lavora proprio sul margine intraducibile di ogni lingua. Il traduttore letterario è colui che mette in gioco se stesso per tradurre l'intraducibile."
Italo Calvino[Da: "Tradurre è il vero modo di leggere un testo". Relazione a un convegno sulla traduzione (Roma, 4 giugno 1982), "Bollettino di informazioni", XXXII (Nuova Serie), 3, sett-dic 1985, pp.59-63. Il grassetto è mio]