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Le (poche) imprese in Coppa Italia. Storie "miracolose" del trofeo più sottovalutato del calcio italiano - I parte

Creato il 18 gennaio 2016 da Tonypop

La Coppa Italia è un torneo spesso bistrattato e non considerato, sopratutto dagli organizzatori (FIGC) e dai partecipanti cioè le squadre di calcio che iniziano a considerarla solo negli ultimi turni alla ricerca di un pass per L'Europa. Una Coppa che negli anni ha avuto e ha ancora una organizzazione assurda come gironi finali all' italiana, doppie finali, entrata in campo dei grandi club solo dagli ottavi e con la partita giocata in casa della squadra più forte. In una parola allucinante! E' pur sempre il secondo trofeo per Club di calcio in Italia!! Basterebbe semplicemente copiare la formula della FA Cup inglese e potremmo avere un torneo affascinante e vero, con realtà medio piccole che potrebbero avvicinare molto pubblico negli stadi,  i I grandi club dovrebbero partire dai primi turni, far giocare in casa le squadre delle serie inferiori e il gioco e fatto! Certo qualche club blasonato forse uscirà prestissimo, ma immaginate giocare uno Spezia - Roma a LaSpezia? La fortuna però oltre che gli audaci aiuta anche gli incompetenti e quest'anno nei quarti di finale di Coppa Italia troviamo ben due outsiders: lo Spezia (serie B) e l' Alessandria (Lega Pro) che si scontreranno tra di loro, ciò significa che almeno una arriverà in semifinale. Quante volte in Coppa Italia squadre di serie B, C, o Lega pro sono arrivate in alto?  Poche, davvero, Considerando dal 1958 (anno in cui ripartì la Coppa Nazionale dopo la guerra, che comunque finì nel 1945 e 15 anni di attesa fanno capire come poco interessi e interessava la Coppa Nazionale) ad oggi, in 58 edizioni solo una volta una squadra di serie B è riuscita a vincere il trofeo.
Il Napoli, nel 1962, che solo casualmente si trovava in serie B, ma che è /era a tutti gli effetti una grande del calcio italiano. è stata l'unica squadra cadetta a vincere laCoppa. Poi solo finaliste : il Catanzaro nel 1966, il Padova nel 1967, il Foggia nel girone finale del 1969, il Varese nel girone finale del 1970, il Palermo che perse due finali nel 1974 e nel 1979 e l'Ancona nella doppia finale del 1994.
Il Napoli allenato dal "Petisso" Pesaola vince la Coppa Italia in una edizione solo ad eliminazione diretta e con partite uniche. Elimina con difficoltà Alessandria e Sampdoria ai calci di rigore, supera negli ottavi il Torino vincendo 2 a 0 a Torino, poi si impone sulla Roma all' Olimpico (la Roma di Manfredini e Angelillo) con un gol di Corelli che sorprende Cudicini ed in semifinale  a Napoli supera il Mantova (allora in serie A) che aveva nelle sue fila Giagnoni e Sormani.

Il Napoli festeggia la prima Coppa Italia

Finale a Roma contro la SPAL,il Napoli vince 2 a 1 con reti del Capitano Ronzon e del ferrarese Corelli. Per la SPal segna Micheli.
Il Catanzaro nel 1966 (insieme alle due finali perse dal Palermo), scrive una delle pagine più belle della storia del nostro calcio, che per pochissimo non diventa un miracolo.
Il piccolo Catanzaro, sempre in un torneo ad eliminazione diretta, parte battendo 2 a 0 il Messina con una doppietta di Bui (buon centravanti vecchio stile) che divenne un idolo per il pubblico calabrese prima di passare al Verona e al Torino.
A Napoli ancora una vittoria per il Catanzaro, sempre con un Gol di Bui con l'attacco Marchioro- Bui -Tribuzio che esaltava il pubblico calabrese.
Negli ottavi di finale ancora una impresa, il Catanzaro elimina la Lazio (altra compagine di Serie A) con un netto 3 a 1 con gol ancora di Bui e Tribuzio più una autorete.
Il 6 Gennaio 1966 a Catanzaro arriva il Torino di Meroni e Ferrini, squadra tosta nella perfetta tradizione granata, il Catanzaro a fatica vince ai rigori 4 a 1.
La Stampa del 10 Febbraio 1966 titola " Clamorosa sorpresa in Coppa Italia: la Juve eliminata nel suo campo dal Catanzaro". Proprio così:  i calabresi vincono 2 a 1 a Torino contro la Juventus di Heriberto Herrara, di Del Sol, Gori, Salvadore e Cinesinho.
Vanno in vantaggio subito i calabresi su autorete di Leoncini, pareggia Del Sol e Tribuzio su rigore al 75' chiude i conti. Il Catanzaro, squadra di B, in finale dove affronterà la Fiorentina.
A Roma il 19 Maggio 1966 si affrontano il Catanzaro e la Fiorentina, squadra in cui militano De Sisti, Albertosi, Chiarugi e Hamrin. Proprio quest' ultimo porta in vantaggio i Viola, che vengono raggiunti da Marchioro ad inizio ripresa. Si va ai Supplementari e il Catanzaro soccombe solo su rigore di Bertini al 119".

Il Catanzaro 1966

La stagione successiva 1966-67 (sempre ad eliminazione diretta) a sfiorare l'impresa è una altra compagine di serie B : il Padova allenato dal allora giovanissimo Humberto Rosa e con in squadra Alberto Bigon vero e proprio Enfant Prodige.
Il Padova parte battendo nei supplementari il Venezia (allora in serie A) con reti di Bigon e di Fraschini su rigore. Italo Carminati (con una doppietta), Bigon e Barbolini (un gol) permettono al Padova di superare in casa 3 a 2 il Palermo nel secondo turno.
Nel Terzo turno in casa con il Varese una doppietta di Bigon e una rete di Novelli permettono facilmente di superare il turno.
Nei quarti contro il Napoli, (che non schiera però l'immenso Sivori) i veneti compiono la prima impresa, superano gli azzurri 2 a 1  ai supplementari con un gol al 119' di Quintavalle.
In semifinale ,sempre all' Appiani, di fronte il Padova  l' Inter di Helenio Herrera, che ha perso in 15 giorni la finale di coppa campioni contro il Celtic e lo scudetto a favore della Juve con l'ormai storica papera di Sarti.
Riesce a perdere anche la Coppa Italia venendo sconfitta 3 a 2 dal Padova con i gol di Carminati (doppietta) e Morelli. Per L'Inter segnano gli immensi Suarez e Mazzola.
14 giugno 1967 a Roma il Padova affronta in finale il Milan. Milan che arriva da una stagione modesta nonostante abbia in squadra Rivera, Amarildo, Schnellinger , Lodetti e Trapattoni.
La partita viene vinta 1 a 0 dai rossoneri , con un gol in sospetto fuorigioco di Amarildo.
Il Sogno del Padova finisce, diventerà sempre più difficile trovare una formazione di Serie B in finale di Coppa Italia, Coppa che nel corso degli anni subirà stravolgimenti regolamentari ai limiti dell' assurdo.


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