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Le poesie del mercoledì: il decadentismo di Pascoli

Creato il 28 novembre 2012 da Lafenice
Le poesie del mercoledì: il decadentismo di Pascoli
Buongiorno a tutti amici ed amiche e benvenuti ad un nuovo appuntamento con "Le poesie del mercoledì", rubrica storica del Diario, abbandonata per qualche tempo ed ora rispolverata per portare qui, a voi, a me, alcune delle più belle poesie, a mio avviso, mai scritte.
Il tema di questo mese, come ormai saprete, è la decandenza - in molti suoi aspetti. Qualche tempo fa vi ho proposto un autore simbolo di decadenza, Baudelaire con la magnifica Spleen. Quest'oggi vorrei portare alla vostra attenzione un componimento di un autore italiano, Pascoli, con la poesie "Ultimo sogno". Perché ho scelto questa poesia? Per l'atmosfera, anzitutto, quella della malattia, del sogno, dell'oscurità di una vita sospesa. Per la sensazione di arresa che mi trasmette, decadente nel suo stesso significato, contrapposta alla voglia di lottare, vivere, andare avanti.
Ora basta parole: arriva Ultimo Sogno di Pascoli.


Le poesie del mercoledì: il decadentismo di Pascoli Da un immoto fragor di carrïaggi

ferrei, moventi verso l'infinito tra schiocchi acuti e fremiti selvaggi... un silenzio improvviso. Ero guarito.
Era spirato il nembo del mio male in un alito. Un muovere di ciglia; e vidi la mia madre al capezzale: io la guardava senza meraviglia.
Libero!... inerte sì, forse, quand'io le mani al petto sciogliere volessi: ma non volevo. Udivasi un fruscio sottile, assiduo, quasi di cipressi;
quasi d'un fiume che cercasse il mare inesistente, in un immenso piano: io ne seguiva il vano sussurrare, sempre lo stesso, sempre più lontano.
Cosa ne pensate? Buona giornata!

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