Una cosa che non ho mai capito del calcio, e per estensione della vita, è perché quando Golia perde con Davide, si parla sempre delle mancanze del primo e mai dei meriti del secondo, sempre degli sbagli del campione e mai dell’impresa dell’outsider. Oggi però non me lo sono chiesto, perchè l’eliminazione dell’Italia bis di Lippi, pesa tutta sulle spalle dei campioni uscenti, e ben poco è dipeso dal valore degli avversari, eppure solo ora, ora che è caduto nella polvere, ora che il suo smoking è sporco di fango, che Lippi mi diventa simpatico. Da bambino non sono mai riuscito ad appassionarmi alle squadre più forti, quelle che vincevano; io, come Capossela, ero dalla parte di Spessotto, dalla parte di quelli che sudano e che imprecano, dalla parte di quelli che perdono. Una propensione che da adulto, probabilmente, ho tradotto nell’orientamento politico. Ezio Vendrame, poeta come calciatore prima, e poeta come poeta poi, scrisse in un suo romanzo (“Se mi mandi in tribuna godo”): “Non sono mai entrato in una cabina elettorale; uscivo di casa per andare a votare ma non trovavo mai la strada. I deboli su questa terra non sono rappresentati, per questo ho sempre odiato la Juventus, allora Boniperti, oggi Bettega: l’immagine dell’arroganza truccata da perbenismo. Per me vincere era un incidente di percorso, per loro una condanna. Basta indossare una maglia a striscie bianco-nere per non riuscire a capire la struggente bellezza della sconfitta”. La struggente bellezza della sconfitta. La nobile condizione dei perdenti. Mentre scrivo questo post, ascolto la rassegna stampa su Rai 3, e sull’argomento i vocaboli usati sono “vergogna”, “tradimento”, “disfatta”. E perché Lippi non ha portato Cassano? E Balotelli? Fuori gli stranieri dal campionato italiano! Ma andassero a lavorare! E tutto il resto che domattina troverete in tutte l’edicole, le televisioni, gli uffici, i bar, i tram. Per il calciofilo saltuario il mondiale finisce qui, mentre chi mastica di cuoio continuerà ad osservare l’evento, magari tifando l’Inghilterra dell’italiano Capello, o L’Argentina di Maradona, che nel campionato italiano diventò quello meglio di Pelè. E perché non tifare per la Slovacchia? Forse perché è destinata a perdere? Ma dove sta scritto che bisogna per forza vincere?
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