L’Ocse lo chiama «il dilemma italiano». E gli dedica un capitolo specifico in uno studio – intitolato «Doing better for families» al puzzle senza soluzione delle condizioni economiche di quello che un tempo era il Bel Paese.
Difficilissimo conciliare lavoro e figli per la mancanza di politiche familiari. Le donne, quindi lavorano meno che in altri Paesi avanzati ma, paradossalmente, fanno meno figli.
A rendere anche più drammatico lo scenario è il dato sulla povertà infantile arrivato al 15%o, molto superiore alla media Ocse del 12,7%, al decimo posto su 34 Paesi in elenco. Circa l`88% dei bambini che vivono con un solo genitore disoccupato sono poveri (la media Ocse è 62%). E il 79% dei bambini che vivono con due genitori disoccupati sono poveri; la percentuale scende al 22% quando solo uno dei due genitori ha un lavoro (le medie Ocse sono, rispettivamente, 50% e 17%)”.
L`Italia spende «circa l’1,4% del Pil per le famiglie con bambini, mentre nell`Ocse in media si spende il 2,2%. Circa il 29% dei bambini al di sotto dei 3 anni usufruiscono dei Servizi all`Infanzia, una cifra di molto inferiore alla percentuale dei bambini iscritti alla Scuola dell`Infanzia (il 98% dei bambini tra i 3 e i 5 anni). Solo il 6% dei bambini tra i 6 e gli 11 anni è iscritto a servizi di pre e dopo scuola – avverte l’Ocse – in parte a causa di finanziamenti ridotti».