Una parte importante della vita dell’autore è quella delle presentazioni. O meglio, lo era. Avete assistito a qualche presentazione in questi ultimi anni?
Ebbene, nonostante all’estero siano occasioni in cui i lettori vanno a incontrare gli autori, famosi o emergenti che siano, e i guru delle vendite tipo Konrath le ritengano necessarie, qui da noi sembrano una seccatura per chi vi conosce e una cosa priva di interesse per gli altri.
King le fa ancora, per dire
Ho assistito a diverse serate di autori in questi ultimi anni, e ne ho organizzate alcune io stesso. Il pubblico variava dalle 10 persone a punte massime di 40. Spesso amici e conoscenti con qualche faccia nuova invitata magari dai locali.
Ma state pur certi che chi vi conosce e snobbato, alla prima occasione in cui un vip, che non ha mai fatto lo scrittore, viene invitato a qualche fiera del libro per presentare l’opera del suo ghost writer contenete le sue memorie, accorrerà e si farà pure fare autografi sull’opera acquistata a 20 euro.
Oppure, cosa che mi capitò di vedere nel 2012, basta che un’autrice scosciata, famosa per i suoi romanzi erotici e per i balletti prima della presentazione, venga invitata a fare una serata, ed ecco che c’è un’autentica bolgia di curiosi e… altro.
Facendo quindi un calcolo rapido, premettendo questi fattori:
- Locale gratuito
- Buffet offerto dal locale
- Tempo libero per preparare la serata
- Almeno 20 persone tra il pubblico
possiamo dire che forse riuscirete a vendere un paio di libri, se è la seconda serata che fate. Alla prima di solito la media è più alta.
Ma se escludiamo già il punto 1 e il punto 2, oltre ad avere pagato locale e buffet, se non vendete almeno una centinaio di copie, qual è lo scopo della serata?
Siete stati fortunati. Sperate che almeno un terzo di loro compri una copia
In verità, me lo chiedo anch’io. Se ci fosse interesse, partecipazione da parte della gente che vede i volantini e le pubblicità sui social, non sarebbe un’ottima occasione per passare una serata diversa? Soprattutto se la presentazione è in un pub, dove mentre si ascolta l’autore, si beve e si mangia qualcosa.
Eppure, ripeto, ho visto serate deserte, persino con autori che hanno già un nome (non personaggi dello spettacolo né autrici discinte, come premettevo prima), ed è imbarazzante vedere che i fotografi non riprendono mai il pubblico se non da angolature che aiutano a mascherare le file vuote.
E pensare che all’estero, per assistere alle presentazioni, la gente paga un biglietto, come per qualsiasi altra cosa. Ma qui, in fondo, non paghiamo neppure i musicisti nei locali…