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Le prigioni dei templari a Parigi

Creato il 29 novembre 2014 da Csunicorno

Pag. 218: «Uno dei problemi principali che si venne a verificare a Parigi al momento del processo, fu l’alto numero degli templari inquisiti, con la conseguente necessità di luoghi di reclusione. Dal momento che le carceri parigine non erano sufficienti allo scopo, la maggior parte dei prigionieri venne alloggiata nel Tempio di Parigi, altri nelle abbazie di Saint-Martin-de Champs, di Sainte Geneviève e di Sainte-Magloire; i rimanenti vennero sistemati in abitazioni private, alcune di nobili e di religiosi, come quelle del conte di Savoia, dei vescovi di Amiens e di Beauvais, del priore di Cornay e degli abati di Lagny, di Tiron, di Preuilly. Una di queste case private era chiamata “de la Rage” o “di Leuraga”, nome che potrebbe indicare un luogo di restrizione per malati mentali.
Contro ogni logica moderna, secondo cui i detenuti vengono custoditi a spese dell’amministrazione carceraria, i templari arrestati dovevano pagarsi ogni minima necessità, come bene illustrato in una lettera inviata il 4 aprile 1310 dai reclusi nella casa dell’abate di Tiron ai commissari pontifici:
“Siamo in prigione a nostre spese, a coppie di due in fosse nere, oscure, tutte le notti. Vi facciamo sapere che la paga di dodici denari che ci viene data non è affatto sufficiente, perché dobbiamo pagare i nostri letti tre denari al giorno per ogni letto; per oggetti da cucina, tovaglie e altre cose, due soldi e sei denari alla settimana. Per metterci e toglierci le catene, quando ci conducono davanti agli uditori, due soldi. Per lavare gli indumenti e la biancheria ogni quindici giorni, diciotto denari. Per la legna e le candele ogni giorno, quattro denari. Per attraversare la Senna da Notre Dame all’altra parte dell’acqua, sedici denari”».

Cattura

Quietanza di Pierre de La Cloche, di Crépy-en-Valois, per le spese di guardia e di vitto di otto templari imprigionati a Senlis (gennaio 1312) (Arch. nat. K38, n° 8).

Fonte: Temple de Paris



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