Per niente piegate e ravvedute dopo 22 mesi di prigione,
Nadezhda (Nadia) Tolokonnikova e Maria Alyokhina,
le due Pussy Riot arrestate per aver cantato una canzone
contro il leader del Cremlino nella Cattedrale di Mosca,
raccontano la loro esperienza in un'intervista.
Terrore ,degradazione, violenze psicologiche,
abusi all'ordine del giorno...
Un inferno ...
"Ti tolgono tutti i diritti. Non sei trattata come un essere umano,
ma come un corpo. Il nonnismo è molto diffuso e il sistema
è orientato a degradarti. Sono lavori forzati.
I detenuti sono sfruttati fino all'osso, dormono
quattro o cinque ore per notte.
E se ti lamenti la vita diventa ancora più orrenda."
E per fortuna si sono salvate dalle violenze fisiche,
grazie alla pubblicità che ha avuto il movimento delle Pussy Riot.
Non lasciano la Russia le due ragazze,al contrario,
forti della loro esperienza, per denunciare le condizioni terribili
all'interno delle carceri russe, hanno fondato "Zona di legge",
un gruppo che raccoglierà le denunce di ex detenuti che
racconteranno come e quanto i diritti civili vengano calpestati
in quelle celle.
Le loro parole...
"Le prigioni russe sono posti dove tutto viene fatto
per distruggere ogni senso di umanità"
...
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