Le proposte del Pd sulle intercettazioni

Creato il 21 giugno 2010 da Loriscosta


E’ bene, per coerenza, sapere cosa vogliono le forze politiche sulle materie d’attualità, che possono risultare controverse e destare anche forti pressioni perchè si faccia o non si faccia una norma per regolare una situazione che può, come sta, degenerando.

Io credo, come credono molti cittadini, che le proposte di Di Pietro (e ribadisco che io non sono un dipietrista o come cavolo si può sostenere un qualsiasi simpatizzante e/o votante per Di Pietro, che non ho MAI votato) siano davvero chiare: se la maggioranza va avanti si va parimenti avanti con referendum, ricorso alla Corte Costituzionale e si pubblica tutto da server (leggi blog) già prenotati all’estero (14 mi pare). Inoltre le intercettazioni di maggior rilievo si leggono in Aula alla Camera e al Senato.

Fin qui Di Pietro. Chiaro, appunto. Ma il resto dell’opposizione? Avete per caso capito cosa vuole il Pd a parte minacciare un Vietnam in Aula o a rilanciare l’ostruzionismo più immediato e fracassone (ma temporalmente limitato e giuridicamente inefficace)?

Bene, neanche io l’ho capito. Ma è lo stesso Pd a chiarircelo. O meglio a dirci cosa avrebbe fatto se avesse vinto le elezioni del 2008 (e non siamo lontani: 2 anni fa). Dal programma elettorale del Pd del 2008 (paragrafo 4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA, IN TEMPI RAGIONEVOLI, punto b):

Intercettazioni sì, violazione dei diritti individuali no
Lo strumento delle intercettazioni di comunicazioni telefoniche, informatiche e telematiche è essenziale al fine di contrastare la criminalità organizzata ed assicurare alla giustizia chi compie i delitti di maggiore allarme sociale, quali la pedofilia e la corruzione.
Bisogna conciliare tali finalità con diritti fondamentali come quello all’informazione e quelli alla riservatezza e alla tutela della persona.
Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali.
E’ necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un’efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati.


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