(perdonatemi la pessima immagine, ho ritagliato una tabella che mi ero fatto)
Si è parlato molto dello shutdown in questi giorni: la ragione è che, al di là degli accadimenti in sé, si tratta di una questione importante, che interessa non solo gli americani, ma - per le dimensioni delle possibili conseguenze - anche tutti noi. "Ci potrebbe essere una crisi finanziaria e di recessione che potrebbe riecheggiare gli eventi del 2008 o, peggio", c'era scritto questo infatti in un'analisi del tesoro. Sebbene, per stessa ammissione del Segretario Jack Lew, nessuno era a conoscenza di come sarebbero andate le cose realmente.
Fatto resta che questi sedici giorni sono stati un passaggio politico da ricordare - di comunicazione, di comportamenti e di contenuti, di società, antropologico per allargare il raggio. Certo non "il fondamentale": ma in questi confusi momenti il fondamentale non è più un blocco monolitico, compatto e cementato, ma probabilmente è l'insieme di ciottoli e granelli che compongono il deposito.
P.s. tanto tra pochi mesi, siamo qui di nuovo a ridere cose simili