Questa ironica prefazione, pensata e concepita l’anno scorso (2012 ndr) mentre ero in vacanza, vorrebbe essere un tentativo di esplorare la natura umana per eccellenza, cioè la Vagina, descrivendone accuratamente ogni singolare aspetto e caratteristica che la contraddistingue dagli organi maschili, senza trascurarne il benchè minimo particolare. Ho deciso, con la mia proverbiale sfacciataggine o schiettezza che dir si voglia, di non tacere aspetti di Lei che potrebbero apparire strani o scabrosi, buffi ed irriverenti. Nel corso del libro, comprenderemo che sono cose della vita e vanno prese un po’ così senza stupirsene più di tanto.In fin dei conti tutto il mondo è paese, tutte le Vagine hanno gli stessi problemi da affrontare, anche se non tutte si assomigliano, perciò non si scandalizzino i gentili lettori e lettrici se entrerò nel dettaglio e nel profondo di Ella. Darò così finalmente voce a colei che mai non parlò, ma muta e piangente tutto subì. Vi tranquillizzo: mi piacciono ancora molto gli uomini, quelle veri, con i testicoli sodi ed irsuti, quella specie lontana che non ricordo più, oramai in via d’estinzione. Detto ciò e puntualizzato che non mi piacciono le mie consorelle,proseguiamo in tutta calma e serenità il discorso. L’aria fresca di montagna mi ha spinto a scrivere di Lei prima di perderla di vista e finchè sono ancora in grado di intendere e di volere.Dopotutto le stagioni che mi rimangono ancora da vivere sono due, quindi vedrò di sbrigarmi prima che giunga l’ultima, cioè l’ inverno! Parlerò della Vagina con il linguaggio muto della scrittura, consentendo perciò ad ognuno di formulare i propri “OOHHHHH” oppure “Ma no!Questa poi non la sapevo!” a piacer vostro, senza il timore di essere visti o ascoltati da nessuno, dal momento che solitamente si legge da soli. Se poi vi arriva un certo rimescolio nelle parti intime sopracitate, quelli sono unicamente affari vostri e provvederete come meglio credete, al soddisfacimento di tali pruriti: o da soli, o in compagnia, che è meglio!Mi intriga molto e mi fa pure sorridere parlare dell’organo genitale più complicato, delicato, laborioso, variegato, strano, amato e odiato al mondo. Ho creduto opportuno farlo con riguardo e rispetto, senza peli sulla lingua, che a Lei peraltro, darebbero molto fastidio.Non avendo trovato volontarie pronte ad aiutarmi nelle mie ricerche, facendomi da cavie di laboratorio, mi sono dovuta accontentare della Mia. Ne ho osservato con occhio critico e distaccato, cosa non semplice dal momento che sarei di parte, i vari movimenti ormonali e sessuali, ora ho capito come Ella muta e si trasforma nel corso della sua vita. Come metro di misura e riferimento per gli studi eseguiti, ho fatto appello alle quattro stagioni dell’anno. Quello che mi ripropongo è di riuscire a sfatare il mito che “donna è bello”, “la donna è il centro dell’universo”, “senza donne il mondo non esisterebbe”, o altre scemenze del genere. Gradirei far comprendere che convivere con una simile inquilina sempre appiccicata, spesso bagnata ed umidiccia, talvolta non profumata di bucato fresco, non è nè semplice e nemmeno indolore. Con tutto il rispetto e l’ammirazione che nutro per codesto organo e per tutte le persone che lo posseggono,siano uomini o donne. Dobbiamo tenere sempre presente che dal momento in cui la Natura, facendoci uno scherzetto decide di farci nascere Donne, non solo dobbiamo abituarci ad indossarla con eleganza finchè morte non ci separi, ma dobbiamo combattere ogni giorno con gli acerrimi nemici per eccellenza:gli Ormoni Padroni. Ho capito solo ora alla mia età e forse è un pò tardino, che veniamo condizionate dagli ormoni dal momento del nostro concepimento all’attimo in cui esaliamo l’ultimo respiro. Alcune frasi del tipo “Oggi ragioni con l’utero.”, oppure, “Hai forse il ciclo mestruale, per essere così stronza?”, hanno ragion d’essere dette e non devono essere interpretate da noi donne come offese. In certi giorni e in certe notti, purtroppo le nostre azioni quotidiane, sono dettate e condizionate da menarchi inaspettati, ovulazioni mostruose, cicli mestruali emorragici, parti naturali selvaggi, pre menopause odiose e climateri funesti. Questo più o meno, è quello che succede al gentil ma incazzato sesso, per tutta la durata della vita: Ne consegue forse, che essere antipatiche è il minimo che ci possa capitare. Torno su un concetto basilare per noi Vagine del duemila: non passa fase della nostra esistenza, dove non dobbiamo fare i conti con gli ormoni che gridano vendetta, sempre pronti a volere la meglio sulla nostra amata bambina! Per poterne parlare con cognizione di causa e ad ampio raggio, come spiegavo poc’anzi, mi sono avvalsa delle esperienze vissute dalla Mia in prima persona, da quello che ho potuto imparare dai pasticci che mi ha combinato e dalle vittorie che è riuscita ad ottenere.Non solo! Per poter essere il più neutra ed imparziale possibile, sono riuscita a raccogliere alcune testimonianze, solo verbali, di confidenze intime fornitemi per gentile concessione di amicizia da altre Signore e taluni Signori. Non vedo quindi, perchè tacere al pubblico il patrimonio di notizie raccolto, anzi! Sono fiera ed orgogliosa di aver potuto imparare aneddoti e nozioni che nemmeno lontanamente pensavo esistessero! Riconosco che ero piuttosto ignorante in materia di Vagine, avendole sempre considerate solo un tramite per fare la pipì, avere fuoriuscita di sangue e fuoriuscita di bambini. Quest’ultima operazione, non prima di aver fatto almeno una dentroentrata, di augello, con dotazione di spermatozoi non sterili, ma oltremodo fertili, cioè attivi e dotati di una testa, un corpicino ed una coda. In questo modo, scrivendo di Lei, ho potuto anche esorcizzare la paura e le vergogne ataviche ad Ella legate che mi portavo dietro da quasi mezzo secolo! Ho sfatato le frasi fatte udite da mamma, nonne, zie, prozie, cugine e suocere, che in mezzo alle gambe avevo le cosiddette “vergogne” e che andavano sempre coperte, oppure le disgrazie successe in futuro, per la questione indiscutibile che ero femmina. Mi spiego solo ora il perchè, mamma mi faceva indossare due paia di mutande, l’uno sopra all’altro: l’ultimo paio chiamarle mutande era un eufemismo! Era una tuta da palombaro che arrivava alle ascelle, recuperata anni prima dall’esercito della salvezza.Un vero e proprio deterrente anti-stupro, che avrebbe smontato gli entusiasmi anche ad un porno attore, figurarsi ai ragazzotti imbranati della mia epoca! Mi sono sentita rimproverare per anni di sedermi con le gambe leggermente divaricate, ma dal momento che me le hanno fatte storte, mi si raccomandava di accavallarle sempre e di tenerle ben unite. Io ubbidivo con grande dolore e fatica, ma per non rimanere incinta anche solo con lo sguardo, eseguivo l’ordine perentorio. Finalmente ne parlerò in questo Saggio Vaginale, con trasparenza e sincerità, schiettezza ed allegria, sperando di contagiare ed informare anche le altre Donne che come me, sono nate con Lei.
Cervarezza, 03 luglio 2013. Dal momento che oggi sembra inverno e piove a dirotto, ho pensato di sdrammatizzare il pomeriggio e provare a ripubblicare la prefazione di cui sopra. Vediamo se è gradita, sconveniente o se serve per tirare sù il morale. Tenendo a mente che non ci sono più le stagioni di una volta, di conseguenza non esistono più nemmeno le V…. di una volta. Simpaticamente vostra, Fabiana.