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Le quattro ultime cose

Creato il 16 giugno 2012 da Labellaeilcavaliere
Paul Hoffman

“Morte, Giudizio, Paradiso, Inferno
Le quattro ultime cose Le quattro cose ultime su cui poggiamo”.
Thomas Cale è l’Ira di Dio personificata o, come apprendiamo nel primo romanzo di questa serie, Thomas Cale è la Mano sinistra di Dio (titolo del libro). In un’ambientazione post apocalittica, il nostro protagonista deve vedersela col Redentore Bosco, l’uomo che l’ha educato alla più rigida disciplina, senza lesinare in botte e soprusi di ogni tipo. Ora, dopo la tentata fuga di Cale, Bosco non ha intenzione di lasciarlo scappare di nuovo, ma cerca con ogni mezzo di portare il ragazzo dalla propria parte affinché lo aiuti nel suo piano blasfemo: prendere il posto del Pontefice e scatenare l’Ira di Dio sul mondo.
Devo dire che questo secondo libro mi è piaciuto, e allo stesso tempo mi ha deluso. Mi è piaciuto per lo stile dell’autore che spesso sembra quasi giocare, raccontando la storia come se fosse seduto davanti a un caminetto e stesse parlando a un amico di vecchia data. Inoltre la trama è intrigante e i personaggi decisamente ben costruiti, ognuno col proprio carattere definito. E’ raro trovare caratterizzazioni così forti. Spesso in un libro i personaggi finiscono per assomigliarsi, invece in questo caso ognuno mantiene le proprie sfaccettature, a partire da Cale stesso, ma anche dagli amici Henri il Vago e Kleist. Di questi personaggi mi è piaciuta soprattutto la totale assenza di eroismo. I tre si oppongono ai Redentori, gli uomini che credono nella Vera Fede e che per questo sono pronti a sacrificare le proprie vite in guerre senza fine, ma non lo fanno per spirito di sacrificio. Cale, Henri e Kleist si scontrano coi Redentori perché è l’unico modo per sfuggire alla vita di sofferenze a cui sono destinati, e finora l’hanno fatto con risultati piuttosto scarsi.
Il libro mi ha anche deluso perché come il primo ha un finale troppo aperto, che oltre a non concludere la vicenda lascia coll’amaro in bocca. Si intuisce che i tre ragazzi, separati da alterne vicende, stanno per riunirsi. E si capisce anche che la battaglia decisiva si sta avvicinando, ma allora tutto il libro diventa solo un lungo proemio al finale vero e proprio. Forse si è già capito dalle altre recensioni che ho fatto, ma non capisco questa moda di dividere le serie in più libri, se poi ogni libro non ha una sua conclusione e una sua logica. Mi sembra fatto solo per vendere di più, perché in questo modo se uno vuole conoscere la fine deve comprarsi tre libri e non due, e questo oltre che sleale rovina la storia e la rende meno coinvolgente.

Alaisse

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