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Le racchie “immolestabili”

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Che la condizione femminile nei media (e non solo) in Italia sia di un’arretratezza assoluta è risaputo da tutti -infatti vi informo che io e le mie amiche blogger stiamo preparando un lavoro con pochi mezzi ma efficace e urgente- ma che perfino le testate pubblicano articoli totalmente offensivi verso la dignità femminile è una cosa che sappiamo da poco tempo.

Dopo i vergognosi articoli di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano, di Goffredo Buccini sul Corriere della sera, e del Giornale che reputa l’educazione antisessista  come una cosa contro-natura, forse secondo l’ottica di un Paese ancora poco evoluto, eccone un’altro segnalato dalla redazione de il corpo delle donne e dal Corriere che da quel che vediamo dall’articolo su Sabrina Misseri, fa buon viso e cattivo gioco, pubblicando articoli su quanto sono sessiste le altre testate.

Torniamo a noi. Avete presente la vicenda Strauss-Kahn che in Italia viene struumentalizzata dai media da una parte per “assolvere Berusconi” sulla questione del Rubygate e dall’altra viene messa a dura prova la credibilità dello stupro subito, riempiendo la vittima di ingiurie?

In Francia è accaduta più o meno la stessa cosa tanto da spingere le donne a scendere in piazza. E proprio su questa manifestazione che Pietrangelo Buttafuoco scrive un articolo su Il Foglio scrivendo queste parole sulle partecipanti: “ci hanno ipnotizzato in ragione di un fatto comune a tutte loro: erano, appunto, racchie. O meglio: di bellezza nascosta. Va bene che quello è pur sempre un banchiere ricco e di sinistra, dunque filantropo ma al puritanesimo un limite dovrebbero pur darlo. Le immolestabili, insomma, stiano al posto loro. Oppure vadano all’Infedele”.

In poche parole viene descritto il modo in cui le donne vengono trattate in Italia (sopratutto nel regime berlusconiano), nei media e nella società tutta. Mi sono chiesta perchè le testate non attuino delle norme che vietino il sessismo così come vengono vietate altre forme di discriminazione verso la persona. Forse perchè in Italia le donne non vengono considerate persone alla pari degli altri, forse perchè in Italia discriminare le donne rientra nel politicamente corretto se a farlo è un uomo.

Rendiamoci conto che è intollerabile che una testata che si consideri seria, possa trattare un reato di stupro come se fosse un elogio alla donna e alla sua bellezza a tal punto da legittimarlo coniando termini inesistenti che stabiliscono chi è “molestabile” e chi non lo è in ragione del suo aspetto estetico.

E’ assurdo che in Italia una donna che protesta per la sua dignità venga ancora dipinta come “una puttana” o attaccata se non ha un canone estetico conforme all’estetica del regime berlusconiano. E’ fuorviante che vengano sguinzagliate sempre queste gabbie per intrappolare la soggettività femminile, riducendola a mero oggetto “destinato allo sguardo maschile”.

Allora sì che vieni etichettata come “immolestabile“, perchè in fondo in fondo sei un pò puttana e ti piacbbe essere stuprata ma non hai i requisiti estetici per poter subire una violenza. Vi rendete conto che qui si rischia anche di offendere milioni e milioni di vittime di  stupri in Italia e in tutto il mondo?

Perchè se chi protesta “è una racchia” invidiosa di chi ha subito uno stupro, colei che è talmente bella da aver provocato il suo aguzzino. La radice del nostro Paese è meramente culturale: le donne vengono ancora considerate oggetti su cui disporre il proprio potere ed è di questo che tantissime donne muoiono (e non solo fisicamente). In italia (e in gran parte del mondo) c’è una grave disparità in ambito sessuale tra uomini e donne, dove si arriva addirittura a pensare che uno stupro “può far piacere alla vittima”. E’ proprio a causa di questo modo di pensare che lo stupro non solo è il reato più praticato nei confronti delle donne, ma rimane il più impunito al mondo e ancora oggi sono presenti molti atteggiamenti che tendono a giustificarlo o legittimando a livello morale da parte dell’opnione pubblica e purtroppo anche dai media.

Infatti, come può una donna denunciare uno stupro o una molestia sessuale, rischiando di trovare sui giornali  articoli sul suo presunto orgasmo?  

Come si può pensare che una possa denunciare un sopruso, una violenza se ancora la nostra società la considera “molestabile” in ragione del suo aspetto e se ancora non viene nemmeno dato peso ai danni psicologici e non solo fisici che uno stupro comporta sulla vittima?

Insomma, noi donne che chiediamo diritti siamo racchie ”o puttane” se “non stiamo al nostro posto” o meglio se non accettiamo che il ruolo a cui ci hanno confinate è la nostra natura o il nostro destino che ci piaccia o meno, sarebbe questo il messaggio che Il Foglio trasmette ai suoi lettori?

Ricordiamoci che Il Foglio è la stessa testata “filoberlusconiana” che elogiò anche Berlusconi nel caso del RubyGate (quindi coerente con la sua visione della donna-oggetto rivelata in questo articolo) e  il suo direttore fece una lunga propaganda contro l’aborto e quindi anche contro le donne e che ora paghiamo con il nostro canone. Quindi, rendiamoci conto con che coraggio quel quotidiano con un direttore ”non bello” possa dare della “racchia” a chi protesta contro la violenza e tollerare un reato grave come lo stupro accusando di puritanesimo chi riconosce che esso è un grave sopruso e instaurare una crociata contro un diritto fondamentale delle donne spacciandolo come un grave attentato contro l’umanità.

Siete sicuri che all’estero gli avrebbero concesso di scrivere un articolo simile contro la dignità delle donne, per di più apologizzando su un reato gravissimo come lo stupro senza essere radiati dall’albo dei giornalisti? Non credo proprio, d’altronde noi siamo al 74° posto al mondo  per disuguaglianza tra uomini e donne e forse per questo motivo che è tollerato un atteggiamento così sessista da parte di chi dovrebbe invece educarci al rispetto tra i genere: i mass-media.

Mary



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