Il panorama urbano è piatto e insignificante. Se di tanto in tanto capita che io senta il bisogno di mettere a fuoco qualcosa, e nel farlo un accenno di sorriso mi si materializzi in volto, lo devo alle ragazze adolescenti dai colori variopinti, o a quelle vestite interamente di nero.
Ce n'era una che incrociavo spesso, il cui aspetto mi deliziava. La vedevo poco dopo il trillo molesto della campanella dell'ultima ora, mentre mi recavo al bar con gli amici per un caffé post prandiale, ed ella usciva da scuola. I suoi capelli giallo evidenziatore e gli zatteroni goth sui quali agile deambulava nella direzione opposta mi davano brividi di piacere. Più di una volta mi sono trattenuta dall'impulso di andare a confessarle ogni cosa: ragazza sconosciuta, la tua bellezza mi ammalia, e quando dico bellezza intendo bellezza in senso lato.
La ragazza dai capelli giallo evidenziatore non passava mai inosservata. Tra i miei amici, c'era sempre chi se ne usciva con la sua battuta pronta. E ed essa era duplice: in prima istanza, un'aperta denigrazione di chi rompe la monotonia del paesaggio con il proprio spirito; in seguito, una frecciatina alla sottoscritta, per affinità elettive intuite.
"Perché a te piace, vero?"
Amo il potenziale destabilizzante di una ragazza vestita in modo "inappropriato". Poche cose mi danno altrettanta soddisfazione. Quando ne incrocio una lungo le infelici vie del centro storico, le oscurità che mi seguono come ombre paiono quasi dileguarsi, sollevarsi dal suolo, lasciarmi libera di assorbire cotanta beltà come l'animale domestico nullafacente che passa i pomeriggi sdraiato al sole a surriscaldarsi.
Nei momenti migliori, basta la vista di una chioma dai colori dichiaratamente artificiali a scatenare in me ondate di pensieri propositivi che, per esigenze di sintesi, chiamerò femministi.
Le ragazze vestite in modo "inappropriato" attirano offese che gli offensori dimenticano subito. Il bersaglio viene individuato con rapidità, quando entra nel campo visivo. Il punto è denigrare per distanziarsi, segnalare inconciliabili divergenze, mostrarsi normali al cospetto dei membri della propria cerchia. L'aspettativa è un'immagine di silenziosa accoglienza del colpo sferrato. Le ragazze dall'aspetto ributtante chineranno la testa, se l'acido commento, pronunciato a voce né troppo alta né troppo bassa, dovesse giungere alle loro orecchie.
Tutto deve svolgersi nell'arco di pochi secondi, prima di essere dimenticato.
Io credo di ricordare ancora tutto, o quasi tutto, di quei tentativi di disciplinamento venuti da sconosciuti. Magari sono passati dieci anni, ma io ricordo. Ci sono lastroni di pietra del centro di Vicenza che, senza preavviso, continuano a rievocare in me le sensazioni registrate allora.
Non mi capitò mai di reagire apertamente. So che non avrei avuto il coraggio di farlo, che la voce mi sarebbe venuta meno. La mia forma di resistenza era dunque un'altra, più fattibile rispetto a ciò che ero. Mi mostravo imperterrita, sicura delle mie scelte, e questo era sufficiente. D'altronde ero io quella che aveva il coraggio delle proprie azioni, quella che esprimeva tutto senza aver bisogno di aprire bocca, di certo non i miei detrattori senza nome, audaci nella loro posizione di ostentata, autodefinita e celebrata normalità.
Le ragazze dall'aspetto ributtante mi fanno sognare. Più molesto è il loro aspetto, più le amo. Più critiche rivolte loro riesco a registrare, più le vedo splendide e potenti.
Come è possibile che, nel vedere una ragazza dall'aspetto destabilizzante, ci sia chi ha il coraggio di tacciarla di frivolezza, di mancanza di profondità, di essere nient'altro che una creatura schiava dell'apparenza? Quale balordo potrebbe mai arrivare a simili conclusioni?
Ribatto: cosa c'è di più articolato, profondo ed eloquente di una simile corazza? Cosa? Perché l'urgenza espressiva che spinge a farsi veicolo estetico di un privato sentire, o semplicemente il fatto di avere gusti diversi dal solito, vengono letti come peccati, se a commetterli è una ragazza?
Perché improvvisamente diventa fondamentale misurarne la morale? È inversamente proporzionale al metraggio di stoffa? Ma no, si va addirittura oltre. È troppo monocromatica? Troppo poco monocromatica? Ma guarda un po' te! Ha anche il culo troppo largo per i tuoi gusti. La voce troppo acuta. Sicuramente sarà stupida. Sicuramente non avrà nulla di sensato da dire. Sicuramente è bene metterla a tacere prima che corra il rischio di contaminare le nostre sacre orecchie con la sua isteria pre-mestruale. Ricordiamole che deve starsene al suo posto. Che se avesse la decenza di rendersi presentabile magari potremmo farle l'onore di trovarla desiderabile. Magari.
"Margherita, perché ti sei vestita da scolaretta dei film porno?"
"Perché è quello che sono".
"Margherita, sembri una strega"
"Grazie".
Grazie, ragazza dai capelli giallo evidenziatore. Sei uno sprazzo di poesia in questo piattume. Contami tra i tuoi fan.