Sì, come tante, quella è stata un esperienza. Tante fotocopie, poche giornate veramente lavorative (ma quando dico veramente significo veramente). Tanti coetanei, simili e diversi, con cui avere scambi, confronti, sorprese. Come realizzavamo verso la fine, l'ultimo istante di vita irresponsabile. Tutti quei mesi immolati sull'Altare della patria, nell'attesa che a p.zza Venezia mettano sentinelle armate financo al fianco del Monumento alla Fotocopiatrice. Puoi ancora aspettare, con certe domande. Chi tu sia o debba o peggio voglia essere, è ancora presto per dirlo, quando la carta in formato F4 ti apre quotidianamente il polpastrello in due.
Puoi tergiversare. Tergiversiamo, dai. La mia pigra indole lo è da sempre: tergiversatile.
Nel frattempo giochiamo al computer. Vecchi computer dell'epoca. Ci gira bene roba tipo il solitario di Windows, Freecell, manco Spider c'era all'epoca sennò sai che svolta, solo tre cose pur abusandone non mi hanno mai annoiato, e sono:
a) le sigarette
b) un'altra che sono sicuro che c'era ma adesso non ricordo e non mi va di starci a pensare
c) Spider
Ah, poi c'era Mahjong, Campo minato quello grande, il Flipper! Questi sòcclimax, no te.
Ma si parlava di giochi stupidi al combrùter. Venutimi a noja quelli, non restavano che Gli Scacchi.
Però, leva al criceto la ruota dalla gabbia e mettici Gli Scacchi, e vedrai che tripudio di Alfieri in G6. Roba che nel mentre della partita, anche un innocuo “rispondi tù-u” m'infuriava.
Quindi era tutta un'apertura, un arrocco, una mossa del barbiere. Automatismi che, senza alcuna progettualità, imparavo dal nugolo iniziale di sconfitte.
Niente progettualità. Muovo il pedone, muove il Combrùto, mi freghi un pezzo dopo 10''? e allora ricomincio, finché i secondi non sono diventati minuti e qualche pezzo te lo frego purìo.
Oh, ma mi fai parlare 1 po' pure a me? Quel periodo per me tanto foto-copioso, coincideva con quello in cui i miei vecchi sodali ingegneribili avevano scoperto che nel baretto adiacenze-univesità più squallido si nascondeva il personaggio più madido che riunisse in sé il gestore di bar squallidi e il ciccione campione dilettante di scacchi. Visto che pure loro non potevano amare singeramente l'Ingegneria, magari colla scusa di piangere su di 1 latte tergiversato si sedevano ai tavolini e si facevano battere multipli da quell'unico ciccioso untume di capelli. Sono così rancoroso perché al ricordo mi manca l'appartenenza, e io invece vorrei appartenere a qualsiasi ricordo intenso, bello o brutto che sia, e spesso nei racconti baro & mi ci metto in prima persona, vero Ricciolé? come i funghetti di Copenhagen ;D
Insomma, quella sera tirano fuori le scacchiere e non i VHS o le carte o le armate, e io non reagisco virulentemente solo perché guardacaso, sai quando giochi a Tetris per fottiliardi d'ore e vedi tutto il mondo a piovosi incastri? io nella mia Servitù Civile vedevo tutto a matrici bianconere ottoperotto.
PoVcodio! fa lui, tremolandosi più del solito l'epiglottide.
Poi però la faticosità della china logaritmica e il mio orrore per le vittorie (che trova spesso terreno fertile nell'appagamento) gli regalano qualche pezzo ancheallui, finché dopo pochi minuti concordiamo per una patta.
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Se tu in gioventù avessi frequentato assiduamente come me la ss. Messa, invece di stare lì ad allacciare altezzosi equilibri emotivi colla realtà, sapresti che la Parabola non è solo la-conica omonima, sì come l'Iperbole non è solo una fig. geometrica ma anche una fig. retorica; e in una Parabola, all'esposizione segue l'insegnamento.
Cosa cinsegna la Parabola degli Scacchi, cosa cinsegna?
Che porcodio la vita può essere accolta come intrico di regole o come mare di esperienze. Districarsi colla ragione è palloso, ma chissà perché è l'approccio che ho. Tuffarsi di testa l'ho imparato a fare la scorsa estate, acquaticamente. Ma fuor d'acqua ancora pesce, sono.
Ma che, allora porcodio dovrei ributtarmi? quale ributtante constatazione.
Però però. Potrei così puntare anch'io a una pari&patta. Il miraggio nella circostanza è, nientepopodimenoché: la Patta. Che assuòna colla Potta, e uno può assuonare alla Potta o bussarci su, se gli va. È pure scritto, bussate alla Potta e vi sarà aperto, yum! Però però però, unciò miha tanta voglia.
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Ah! Ho trovato! Il problema di tuffarsi è che qui mica valeva ricominciare. Avevo ragione io, mi pareva infatti.