LE RAGIONI DELL’INDIGNAZIONE
Paghiamo un conto salato per una crisi economica che non abbiamo provocato.
Paghiamo noi che siamo più deboli e ci tocca vivere nel timore di non farcela a pagare il mutuo, l’affitto, i libri per i figli che studiano, i ticket per chi è malato.
Paghiamo noi che siamo precari, invisibili, scambiabili come merce usa e getta.
Paghiamo noi con il poco che abbiamo perché la barca resti a galla, ma la barca non è nostra, è in mano agli speculatori, ai finanzieri, ai furbi del momento, agli sfruttatori di schiavi.
La crisi è anche dei padroni, dicono, e tutti debbono contribuire per salvare il paese, ma Briatore che da?, Berlusconi che dà, i grandi manager che danno, coloro che hanno case, castelli, suv, barche che danno?
Siamo in tanti, sempre più poveri e sempre più stanchi di pagare le guerre, le grandi opere inutili, i privilegi di pochissimi.
Siamo stanchi di morire di lavoro, siamo stanchi di morire perché abbiamo mangiato o respirato i veleni che soffocano la terra e avvelenano i frutti.
Siamo stanchi di vivere col terrore di perdere il posto di lavoro, di subire le minacce e ricatti e il dispotismo dei padroni e manager alla marchionne.
Siamo stanchi di subire l’arroganza violenta di una classe di richi e straricchi, che, possedendo tutto, compra, sporca, uccide chi nulla ha.
Siamo stanchi di subire tagli ai salari, tagli alla libertà di scioperare, tagli all’istruzione, tagli alla ricerca.
Siamo stanchi e non sopportiamo più chi ci vuole poveri, affamati, ignoranti e col cappello in mano.
A completamento segnalo questo interessante articolo scritto dal blog ” Il segno che resta”.