I motivi dei contrasti, probabilmente, non sono solo di natura economica e politica e forse influiscono anche aspetti caratteriali. Certo è che Tremonti una volta era definito un super Ministro mentre oggi sembra vivere rinchiuso nel fortino di via XX settembre, dove comunque regna a dispetto dei fanti e dei santi.Anche in condizioni normali costituirebbe un’anomalia un conflitto tra il responsabile della politica economica di un Governo e il Presidente del Consiglio. Se poi il disaccordo matura in una situazione come quella attuale – e con una crisi che sembra ogni giorno avvitarsi sempre più – è roba da far tremare i polsi.Le ragioni stanno probabilmente nei cicli di vita dei due protagonisti che hanno cominciato a divergere profondamente. Non ci riferiamo all’età anagrafica ma al futuro che si prospetta per entrambi: Berlusconi vuole avere, anche in futuro, un ruolo di primo piano, direttamente per se o al massimo nella scelta dell’eventuale successore alla sua leadership. Tremonti non può e non vuole la responsabilità di scelte economiche orientate prevalentemente sul piano del consenso interno e soprattutto non intende in alcun modo entrare in contrasto con i leader europei.
Buttaroni, qui.
Per andare più nel dettaglio, le lodi al ministro dell’Economia sono arrivate da un politico non come gli altri: Romano Prodi. E sono più o meno due anni che Romano Prodi non perde occasione per elogiare “il rigore del ministro”, “la capacità di tenere saldi i cordoni della borsa” e tutte le altre misure economiche che avrebbero fatto diventare Tremonti, di fatto, “un ministro che avrebbe potuto tranquillamente potuto far parte di un governo ulivista” (sono parole di Angelo Rovati). Ora, si può voler bene a Tremonti e gli si può voler male ma c’è un dato di fondo che mi sembra evidente: ma come diavolo fa Silvio Berlusconi ad andare d’accordo con un ministro che viene costantemente elogiato da uno dei nemici giurati di Silvio Berlusconi? E infatti non lo sopporta, si dirà, ed è vero. Ma insomma il punto è che quando si cerca di capire qual è il vero origine dello scazzo tra Tremonti e Berlusconi si potranno consultare tutti i manuali di psicologia comportamentale del mondo ma la verità, a parte tutto, è questa: chiedere a Berlusconi di andare d’accordo con Tremonti oggi sarebbe come chiedere domani a un premier di centrosinistra di andare d’accordo con un ministro della giustizia sponsorizzato da Angelino Alfano. Ovvio che alla fine qualcosa vada storto, no?
Cerasa, qui.