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Tra i nostri più amati ed affascinanti cani da caccia, un posto d’onore lo merita sicuramente il BRACCO ITALIANO, descritto già da Brunetto Latini nel 1260 o cantato su versi di Dante Alighieri agli inizi del 1300.Grandi cacce su immense proprietà terriere erano il passatempo preferito di nobili ed aristocratici e questo prodigioso cane da caccia agli uccelli era ambito ed apprezzato. Nella Francia dell’epoca erano già ben selezionate importanti razze da caccia, eppure il nostro Bracco godeva di grande rispetto ed ammirazione, il Granduca di Toscana infatti ne inviò al Re di Francia una coppia in segno di omaggio, proprio conoscendo quale ambito dono fossero per chi li riceveva.
Tintoretto - Ultima Cena
I cani furono in qualche modo un altro veicolo per diffondere cultura, usi e costumi del nostro Paese, solo per farne un banalissimo esempio, ricorderemo che Benvenuto Cellini cesellò appositamente un bel Bracco Italiano per ornare una scena sulla porta del Castello di Fontainbleu.
Cellini - Ninfa di Fontainebleu
foto: www.animalidalmondo.com
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