
Le recensioni di Bruno
“D’ombra e di luce”
di Francesca Panzacchi
Decido di commentare il book fotografico di Francesca Panzacchi (“D’ombra e di Luce” di Ciesse Edizioni) non con la prosa, ma componendo alcuni versi. I titoli di alcune sue foto sono indicati in corsivo.
Un passaggio segreto,
una scala segnata dal tempo.
Un’antica dimora,
arroccata sui precipizi dell’anima.
E dal bosco
vedere la villa d’autunno
o il castello.
Per sentire
che son assediato
d’ombra.
***
Vedere nel campo
l’elogio del giallo.
Seguire il volo disteso
di creature alate
e raggiungerne il nido.
Nel riflesso
stampato sull’acqua
capire che son fatto
di luce.
***
Poi il giorno rinasce,
il mare si tinge di rosa.
Nella rete
ancora conservo
allusioni di fondali
e conchiglie nel cesto.
Così intuire
che sono anche questo:
d’ombra e di luce.
Francesca Panzacchi, dopo alcuni fortunati romanzi (“La casa di Sveva”, “Il normanno”, i “Delitti al castello” scritto a quattro mani con Carlo Santi), una raccolta di poesie (“Sospiri”) e un saggio culinar-letterario (“Le ricette del desiderio”), con i suoi scatti fotografici ci regala alcune impressioni da brivido rubandole alla realtà.
“D’ombra e di luce” è la raccolta delle sue più belle foto, che le sono valse il ruolo di direttrice della collana Light di Ciesse Edizioni.
_________________
Cinque domande a Francesca Panzacchi
Francesca, di fronte a uno stimolo della natura, cosa ti induce a scattare una foto piuttosto che scrivere una poesia?
Fotografia e Poesia hanno entrambe lo straordinario potere di fermare l’attimo traducendolo in un’emozione che non evapora. Sono magnifici strumenti per eternare la Bellezza e per plasmarla. Io ho bisogno sia dell’una che dell’altra per potermi esprimere al meglio: a volte la stessa immagine che in un primo tempo catturo con l’obiettivo, mi fa comporre versi qualche istante dopo.
Nella tua arte ritieni prevalente l’intelligenza visiva, la sensibilità femminile, o la fantasia?
Queste per me sono tre componenti fondamentali del processo creativo. A volte prevale l’una, a volte l’altra, ma solo mescolandole insieme si può dar vita a qualcosa di davvero bello.
Tra le tue foto ce ne è una che prediligi? Come scegli i tuoi soggetti? Simpaticamente ricordo che oramai hai reso una star… il tuo gatto Merlino!
Ci sono degli scatti ai quali sono particolarmente legata. Uno di questi è “ninfea onirica”: lo sguardo scivola sulle gocce di luce posate sul’acqua e la bellezza della natura diviene un ponte tra sogno e realtà.
Spesso ho come l’impressione di non essere io a scegliere… è quasi come se fossero i soggetti stessi a farsi scegliere. A volte basta un dettaglio, un gioco di luce, una particolare angolazione e il desiderio di scattare diventa insopprimibile.
Merlino è un gatto estremamente egocentrico, dunque adora farsi fotografare e ho l’assoluta certezza che si metta in posa J.
Ci anticipi qualche progetto futuro? A questo punto, di fronte alla tua versatilità, siamo pronti a tutto…
Un nuovo libro bolle in pentola: 49% noir e 51% romance, ma proprio non posso dire di più.
Ci regali una tua foto?
Ma certo che sì! A colpo d’occhio potrebbe sembrare una farfalla… ma se guardate bene sono due
Ringrazio Francesca anche per le foto che ci ha regalato, ricordando che le prefazioni alle sue opere sono firmate da …
… Bruno Elpis