Nel week-end appena trascorso, 28-29 aprile 2012, si è svolto presso l’Istituto S. Ambrogio di Milano il secondo incontro di “Management Avanzato” nell’ambito del percorso formativo “Le Regole che aiutano a crescere”, organizzato da Federazione SCS/CNOS – Salesiani per il Sociale con la collaborazione di CNCA, CGS, TGS e PGS. Dopo le “Procedure di base”, analizzate nelle precedenti sessioni, il TGS Eurogroup si cimenta dunque su tematiche più specifiche e dettagliate relative al bilancio sociale (vedi precedente post).
Il docente Fabio Fornasini, che avevamo già conosciuto le scorso febbraio in occasione del modulo “Procedure di base”, ha inizialmente riepilogato quanto esaminato in precedenza sul tema della Rendicontazione Sociale: le tipologie, il significato, l’uso e la struttura di questo documento di accompagnamento al bilancio economico-finanziario, che ne illustra i dati. Una relazione che descrive, narra e quantifica l’azione sociale di un’associazione in un periodo di tempo.
L’approccio dell’incontro di questo week-end ha avuto un taglio meno teorico e più pratico: il docente ha subito proposto una sorta di “laboratorio” attraverso il quale ogni partecipante avrebbe avuto l’opportunità di analizzare la propria realtà associativa in modo da impostare correttamente la relativa rendicontazione sociale.
Nella giornata di sabato Fabio ci ha aiutato ad analizzare le varie fasi di lavoro che potranno condurci alla redazione del bilancio sociale.
Per prima cosa è necessario individuare gli “stakeholders”, ovvero i portatori di interesse, i destinatari del bilancio stesso, coloro che possono essere interessati a conoscere nel dettaglio l’azione sociale della nostra attività.
In base ai soggetti individuati, si procede poi a definire il “linguaggio della fiducia” più adatto a ciascuno dei destinatari, ovvero lo stile comunicativo che aiuta ad instaurare un rapporto di fiducia tra il gruppo direttivo dell’associazione e tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nelle nostre attività.
In seguito è necessario definire con precisione la qualità della nostra associazione: le modalità di lavoro che sono tipiche del nostro servizio (e alle quali teniamo tanto!), le caratteristiche dello stile organizzativo che distinguono il servizio nel quale lavoriamo, i fattori di miglioramento del servizio eventualmente introdotti negli ultimi anni nel rapporto con i destinatari.
Tutto ciò deve trovare una corrispondenza con una serie di indicatori e tabelle di monitoraggio in cui inserire dati significativi della nostra azione sociale. Tali dati possono essere sia numerici che economici e possibilmente accompagnati da relazioni descrittive ed esplicative.
Solo a questo punto sarà possibile immaginare un vero e proprio indice della nostra rendicontazione sociale.
La giornata di domenica è stata decisamente più operativa e ogni gruppo partecipante ha tentato di individuare un proprio percorso finalizzato alla definizione di una bozza di indice di bilancio sociale, focalizzandone sezioni, capitoli, contenuti, dati numerici, estratti del bilancio economico e dello stato patrimoniale, indicatori, fino a giungere alla creazione di indici specifici e serie temporali utili a descrivere la nostra azione sociale nel tempo.
Come esercizio finale abbiamo anche immaginato una bozza di impaginazione del bilancio sociale, tentando di abbinare testi descrittivi, tabelle, grafici, riquadri di approfondimento, schemi e fotografie per giungere ad uno stile di comunicazione personalizzato ed efficace.
In definitiva, un incontro di due giorni particolarmente intenso che rappresenta un importante tassello che si aggiunge alle competenze e professionalità acquisite nel nostro percorso formativo.
Ricordando le parole di James Harrington:
Se non si misura non si può controllare, se non si può controllare non si può gestire, se non si può gestire non si può migliorare, se non si può migliorare si mettono a rischio la stabilità e la competitività.
Dr. H. James Harrington, 1991
Katya e Igino
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