Ci sono alcune situazioni in cui la vita prende una piega troppo seria. Situazioni in cui eventi più grandi di noi ci sovrastano e non ci permettono di vedere le cose dalla giusta prospettiva.
In questi casi può capitare di sentirci incastrati, impotenti, fragili e provare sentimenti di angoscia e tristezza. Se questo accade possiamo fermarci un attimo, ragionare ad alta voce e accorgerci che la sofferenza viene dai pensieri e dalle domande che la nostra mente costruisce. I fatti accaduti in questo periodo potrebbero portarci a chiederci: perché costruirmi con fatica una vita se poi vado in vacanza e mi sparano alle spalle o qualcuno fa cadere un aereo, come faccio a contrastare questa violenza, perché lavorare per il futuro se poi il governo mi frega tutti i soldi, che senso ha tutto questo dolore, siamo in pericolo e lo è anche la nostra famiglia etc. e naturalmente passa la voglia di fare ogni cosa perché si impadronisce di noi la certezza di non poter controllare tutto questo. Quando ci sentiamo così, inermi, impotenti proviamo a farci la domanda che è stata uno degli insegnamenti più preziosi che io abbia ricevuto nella mia formazione: Non è che mi sto prendendo troppo sul serio?