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Le regole del pirata

Creato il 12 aprile 2011 da Mcnab75
Le regole del pirata

In questi giorni, trasversalmente a una recensione dell'amico Germano, è saltata fuori la consueta discussione sulla liceità di guardarsi i film in anteprima, sui siti che li pubblicano in streaming.

Io, per esempio, sono uno di quelli che di streaming ne abusa. In questo modo posso tutelare il gran spreco di soldi che avrei altrimenti speso nell'acquisto di DVD veramente brutti. Tuttavia ho un mio codice comportamentale nella scelta di qualche film vedere online. Codice riassumibile in poche, semplici regole:

  • Dare la precedenza ai film sottotitolati, quelli che difficilmente arriveranno in Italia;

  • Non diffondere pubblicamente gli indirizzi di tali siti (anche se trovarli è davvero un gioco da ragazzi);

  • Comprare la versione DVD dei film e dei serial più meritevoli, complice anche la qualità non eccelsa delle versioni in streaming.

  • Recensire – e quindi fare promozione – i titoli più belli.

Questo è quanto. Non so se basta per pulirmi la coscienza, ma di certo non mi sento in colpa né perdo il sonno solo perché cerco di salvaguardare il mio budget riservato all'intrattenimento cinematografico/televisivo.

Tuttavia sono conscio che l'italiano medio non si pone proprio nessuna regola quando si tratta di ottenere gratuitamente ciò che normalmente dovrebbe pagare. Fosse anche solo questione di pochi euro.

Non a caso che la musica italiana sta vivendo una fase di flessione spaventosa. Gli artisti oramai puntano sui live per poter guadagnare qualcosa, visto che di dischi se ne vendono pochissimi. Tale crisi colpisce la discografia internazionale, ma altrove la vendita online su portali come iTunes ha creato una certa democrazie dell'equo prezzo, che soddisfa i consumatori e ridà dignità agli artisti.

Da noi, semplicemente, si continua a scaricare di frodo ogni canzone. È figo? È andare contro il sistema? È sintomo di furbizia?

No, è puro e semplice cieco egoismo.

Se scaricate illegalmente gli album dei cantanti che vi piacciono, essi non venderanno una mazzafionda, e di conseguenza avranno crescenti problemi a pubblicare nuovi lavori. È così, puro e semplice. Non è moralismo, non è un predicozzo, è una banale constatazione della realtà.

Che poi nessuno vi dice di acquistare ogni singolo mp3 che vi viene in mente. Però sarebbe opportuno farlo per gli artisti che stimate davvero. Soprattutto se sono di media levatura, con una carriera ancora da consolidare.

Il medesimo discorso varrebbe anche per gli ebook, ma non ne voglio parlare in questo post, visto che la situazione sarebbe da esaminare più a fondo. Prendendo per esempio in considerazione quegli editori che stanno provando a vendere i libri digitali a prezzi da rapina.

Comunque sia, non sono molto ottimista. L'italiano, per indole, è furbo e anche un po' ladro. Quando può non paga le tasse, salta la fila, usa il cellulare aziendale per fare telefonate agli 899, vende la dignità per un panino e venti euro di rimborso spese, tradisce la propria fede politica per una raccomandazione.

Manchiamo del tutto di visione meritocratica della società e pensiamo che le singole azioni siano irrilevati in un contesto più ampio. Gli ultimi uomini politici che han cercato di cambiare gli italiani, Benito Mussolini, Enrico Berlinguer e Aldo Moro, sono finiti rispettivamente fucilato, colpito da un'emorragia cerebrale e massacrato dalle BR.

Io non mi ci metto.


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