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Le relazioni fra Bangladesh e Cina e gli sviluppi nel quadro geopolitico dell’Asia Meridionale

Creato il 29 dicembre 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Le relazioni fra Bangladesh e Cina e gli sviluppi nel quadro geopolitico dell’Asia Meridionale

Il Bangladesh, sotto la guida del primo ministro Sheikh Hasina, ha intensificato i propri rapporti economici con Pechino con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del proprio settore energetico ed economico.
Il dialogo sino-bengalese si è intensificato soprattutto a partire dal 2002, anno in cui le relazioni commerciali e militari fra le due nazioni, seguendo la linea della Look East Policy adottata dal governo bengalese, hanno registrato un significativo aumento, sorpassando di gran lunga quelle fra Dacca e Nuova Delhi. Tutto ciò ha portato la Cina a divenire il principale partner commerciale del Bangladesh, sia in ambito economico-tecnologico sia in ambito militare. Sul piano militare, infatti, i due paesi nel 2002 hanno siglato un trattato di cooperazione difensiva, in base al quale Pechino si è impegnata a fornire materiale militare e ad addestrare le forze armate del Bangladesh. In ambito economico, invece, la Cina è coinvolta in diversi progetti infrastrutturali volti a favorire lo sviluppo dell’economia bengalese, come ad esempio l’ampliamento dell’aeroporto di Cox’s Bazar che potrebbe portare enormi vantaggi anche all’industria turistica della nazione.
Nuova Delhi guarda con sospetto l’intensificarsi delle relazioni fra i due Stati, in quanto considera ciò come una strategia politica da parte di Pechino volta, da un lato, a limitare lo sviluppo indiano in Asia Meridionale e, dall’altro, a favorire l’incremento dell’influenza cinese in quest’area.

 
Il consolidarsi dei legami fra Dacca e Pechino si inserisce nel progetto di espansione, in termini economici, militari ed energetici, del Bangladesh. Il paese asiatico, infatti, sulla base di accordi di cooperazione economica e militare stipulati con diversi Stati, come Russia e Cina, ha l’obiettivo di incrementare il settore energetico e militare del paese e di migliorare le infrastrutture della regione, in modo tale da poter garantire lo sviluppo dell’intera nazione. La Cina, in particolar modo, si è dimostrata essere un solido alleato del paese asiatico, sia sul profilo militare sia su quello economico. Infatti, nel corso degli ultimi anni, gli scambi commerciali fra le due nazioni hanno registrato una solida crescita.

La cooperazione fra Dacca e Pechino coinvolge anche il settore delle infrastrutture, e prevede la costruzione e il miglioramento di strade, ferrovie, aeroporti (Cox’s Bazar) e zone portuali. Progetti, questi, volti a fare del Bangladesh il punto di incontro che, passando per il Myanmar, solido alleato di Pechino, collegherebbe la Cina sud-occidentale ai territori dell’Asia Meridionale. In quest’ottica si inserisce anche il progetto che prevede la realizzazione di un collegamento ferroviario fra Kunming, nel sud-ovest della Cina,

In progetto una ferrovia tra Chittagong e Kunming
e la città di portuale di Chittagong, nel sud-est del Bangladesh; progetto, questo, che contribuirebbe fortemente ad aumentare la cooperazione economica fra i due paesi. La città portuale di Chittagong, poiché situata sulla costa del Golfo del Bengala, rientra negli interessi cinesi riguardanti la ricerca di sbocchi nell’Oceano Indiano, i quali favorirebbero l’ascesa di Pechino in quest’area.

Nei progetti cinesi, quindi, l’alleanza economica con Dacca risulta essere molto rilevante, poiché, da un lato, favorirebbe l’espansione di Pechino verso le regioni dell’Asia Meridionale e, dall’altro, servirebbe ad accerchiare e limitare l’influenza di Nuova Delhi in quest’area di grande importanza geostrategica.

Sul piano energetico l’interesse di Pechino verso il Bangladesh è connesso soprattutto alle riserve energetiche di cui il paese asiatico dispone. Infatti, il territorio bengalese è molto ricco di risorse naturali, quali carbone, petrolio e gas. Quest’ultimo, in modo particolare, rappresenta la principale fonte energetica del paese. Pechino è in continua ricerca di nuove fonti di approvvigionamento energetico in grado di poter soddisfare la crescente domanda di energia elettrica della nazione. Proprio per tale ragione, quindi, la Repubblica Popolare si è mostrata fortemente interessata ad instaurare una solida cooperazione economica e militare con il Bangladesh.

Il crescente bisogno di energia, però, ha portato il governo di Dacca, negli ultimi anni, ad allacciare anche un dialogo con la Russia per quanto riguarda la realizzazione della prima centrale nucleare bengalese nel sito di Rooppur. L’interesse del governo bengalese verso il nucleare è connesso all’esaurirsi delle risorse e, soprattutto, alle carenze nel settore tecnologico, le quali non permettono alla nazione di riuscire a sfruttare al meglio le fonti energetiche di cui il paese è ricco. L’accordo sul nucleare civile fra Mosca e Dacca porterà vantaggi da entrambe le parti, in quanto il Bangladesh potrà cercare di ampliare il proprio settore economico ed energetico, mentre la Russia potrà sfruttare le risorse presenti nel territorio bengalese e, inoltre, potrà portare avanti la sua politica di espansione verso le regioni dell’Asia Meridionale. La scelta di guardare alla Russia per quanto concerne l’energia nucleare, escludendo così Pechino, è collegata alla politica estera del governo bengalese, il quale cerca di mantenere un atteggiamento bilanciato fra i due principali Stati asiatici: Cina e India.

Alcuni settori dell’establishment di Nuova Delhi valutano come una minaccia alla propria stabilità nazionale l’avvicinamento fra Dacca e Pechino. Il governo indiano teme che l’alleanza fra i due paesi possa favorire l’assorbimento del Bangladesh nell’orbita d’azione cinese. Il timore espresso da Nuova Delhi è connesso al fatto che l’India ha sempre considerato il Bangladesh, così come il Nepal e lo Sri Lanka, parte integrante della propria sfera d’influenza geostrategica. Di conseguenza, l’India valuta l’espansionismo cinese in queste zone come una vera e propria strategia politica anti-indiana, il cui scopo primario è quello di bloccare lo sviluppo dell’influenza di Nuova Delhi in Asia. La rivalità tra Nuova Delhi e Pechino è legata alla continua ricerca di fonti energetiche, infatti, i due giganti asiatici mirano a ricoprire un ruolo centrale in Asia Meridionale soprattutto per le ingenti risorse presenti in quest’area geografica. Da qui il progetto indiano di realizzare un gasdotto che dal Myanmar, passando per il Bangladesh, porterebbe energia fino in India. Questo progetto è fondamentale per Nuova Delhi, non solo perché contribuirebbe a soddisfare la crescente richiesta di energia elettrica da parte della nazione, ma anche perché servirebbe al governo indiano ad aumentare la propria presenza in Bangladesh, controbilanciando, così, l’influenza di Pechino su Dacca.

In rosso, la regione contesa dell'Arunachal Pradesh
L’instabilità che caratterizza le relazioni sino-indiane è connessa anche alle antiche dispute sui confini dello Stato dell’Arunachal Pradesh. Questo venne proclamato Stato indiano nel 1987 ma, nonostante ciò, la Cina continua a rivendicarne la propria sovranità. Inoltre, secondo Nuova Delhi, la presenza cinese in Bangladesh non farà altro che aumentare l’attrito nelle relazioni fra le due potenze per quanto concerne il problema del suddetto Stato. Alle storiche e irrisolte questioni sui confini si aggiungono poi altri rilevanti problemi che caratterizzano i rapporti fra Cina e India: il timore di Nuova Delhi riguardo la vicinanza fra Pechino e Islamabad, e il sospetto indiano nei confronti della politica estera cinese di espansione verso l’Oceano Indiano.

Nonostante gli attriti fra i due giganti asiatici, nel corso degli ultimi anni è iniziato allo stesso tempo un dialogo fra India, Myanmar, Cina e Bangladesh riguardo la necessità di cooperare per poter garantire lo sviluppo, in termini economici ed energetici, dell’area asiatica. Da ciò si comprende come il dialogo fra Cina e India oscilli fra competizione e cooperazione. Il duplice carattere delle relazioni sino-indiane dipende dal fatto che su determinate questioni, come la lotta al terrorismo e la necessità di potenziare gli scambi commerciali, gli interessi dei due colossi asiatici convergono. Un ulteriore punto di contatto fra le due nazioni riguarda il garantire la stabilità e la sicurezza politica della regione; per questo motivo, quindi, i due paesi hanno come comune scopo quello di ostacolare il fenomeno del separatismo etnico-religioso sviluppatosi nella regione dello Xinjiang per la Cina e nelle regioni del nord-est dell’India, in particolare nello Stato dell’Assam. Tale fenomeno è valutato come una minaccia da entrambi le parti, in quanto destabilizza la sicurezza regionale quale condizione fondamentale per l’ampliamento del commercio di merci ed energia.

Il rapporto economico fra Pechino e Nuova Delhi ha portato alla nascita del Forum BCIM (Bangladesh-Cina-India-Myanmar), il cui obiettivo principale è la realizzazione di un’ampia area di libero scambio in grado di poter favorire lo sviluppo economico ed energetico dell’Asia. Esempio di ciò è rappresentato dalla ripresa positiva delle relazioni tra India e Myanmar; quest’ultimo ricopre un ruolo fondamentale in quanto Stato ricco di risorse, il quale potrebbe favorire l’ampliamento del trasporto energetico nella regione asiatica. Su questo punto Nuova Delhi si è mostrata favorevole a finanziare la realizzazione di nuove vie di comunicazione che potrebbero garantire lo sviluppo del commercio fra le due nazioni, nonché l’incremento del loro settore energetico. Secondo il governo indiano, inoltre, l’apertura di nuovi collegamenti potrebbe favorire la crescita di tutte le zone più arretrate del paese come, ad esempio, le regioni del nord-est. Quest’ultime risultano essere le aree maggiormente sottosviluppate del Subcontinente, sia perché la loro posizione geografica rende difficili i commerci con il resto dell’India, sia perché i loro confini sono chiusi agli scambi con le altre regioni, come Cina e Myanmar. Inoltre, Nuova Delhi è consapevole del fatto che l’apertura di nuove vie di comunicazione garantirebbe lo sviluppo economico della nazione, la quale, in questo modo, potrebbe anche diminuire la propria dipendenza dal commercio con Stati Uniti e UE.

Questi progetti di cooperazione economica vedono la partecipazione attiva di Cina e India, poiché le due potenze hanno l’obiettivo comune di promuovere lo sviluppo economico ed energetico dell’Asia. Le relazioni bilaterali fra i due paesi, però, devono sempre far fronte alla competizione insita nei rapporti fra Pechino e Nuova Delhi, la quale porta sovente le due potenze a scontrarsi per l’egemonia in Asia.


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