Quante volte si dice che viviamo in un Paese senza memoria? Ma qui si rasenta l’alzheimer perché sta facendo chiasso una “rivelazione” contenuta in un nuovo libro di Alan Friedman, ripresa oggi con grande spolvero dal Corriere, sul fatto che Monti sia stato contattato già nel giugno del 2011 e non nel novembre dello stesso anno, quando con un rocambolesco piano di palazzo, cioè del Quirinale, fu trasformato in premier, saltando completamente il rito elettorale.
E allora? A parte che una simile dinamica era già stata ampiamente ipotizzata, sussurrata da Krugman e da decine di osservatori di peso, in qualche modo anche suffragata dalle incaute parole di Monti e oggi testimoniata da Prodi e Carlo De Benedetti, scopriamo adesso che la salita a Palazzo Chigi del professore faceva parte dei war games della finanza e di una Berlino timorosa che proprio l’Italia sfuggisse alla “normalizzazione” della periferia europea? Che fosse giugno o l’agosto di fuoco quando cominciò la guerra dello spread, messa in piedi proprio per indurre al governo dei tecnici, cambia poco rispetto alla tesi, tante volte espressa anche in questo blog, che Monti fosse solo un governatore e che la politica italiana fosse ormai completamente subalterna a centri di potere che con la democrazia hanno poco a che vedere.
La smemoratezza ha un limite e dunque bisogna domandarsi a chi e a cosa serva oggi fare mente locale sugli eventi del 2011 per colpire Napolitano e assieme a lui Letta.Chiaramente c’è un forte interesse di Berlusconi che così si vuole vendicare del “patto” sulla sua immunità non onorato e vuole arrivare alle elezioni il prima possibile, ma c’è anche una convenienza di Renzi nell’indebolire il potere di manovra del Quirinale e non rischiare di bruciarsi in una esperienza di governo. tuttavia la provenienza extra italiana della “notitia criminis” e l’insolita rapidità con la quale è stata confermata da illustri personaggi di solito cauti più della carpa montaliana nell’abboccare alle domande, fanno pensare a una rete di potere e di poteri non molto diversa da quella che ideò il progetto Monti per mettere l’Itala in uno stato di emergenza nel quale è stato facile smontare obiezioni e resistenze ai diktat della troika.
Si possono fare solo delle ipotesi ma il fatto che negli ultimi tempi Frau Merkel ( vedi questo post di settembre dello scorso anno) si sia dichiarata a favore di elezioni anticipate oltre che di Renzi, la paura che almeno sulla stampa tedesca sembra serpeggiare per un risultato molto negativo dei pariti dell’austerità alle europee, le analisi allarmate dei principali centri finanziari, mi spingono a credere che certe rivelazioni tendano a favorire proprio questo sbocco. La ragione è ovvia: elezioni politiche accoppiate a quelle europee che sono puramente di opinione, potrebbero significativamente diminuire l’incidenza del voto di protesta. Oltre a far dimenticare l’ultimo terribile anno lettiano. Per carità è solo un’idea, niente di più, ma certo sarebbe paradossale andare alle urne sotto l’impulso esterno delle stesse forze che ce le hanno negate due anni e mezzo fa. Una ulteriore prova della colonizzazione in atto.