Come riflette Maurizio Blondet sul suo effedieffe, Piazza Tahrir, pur continuando incessantemente a protestare contro il governo dei Fratelli Musulmani e il Presidente Morsi, non rientra più negli interessi dei mass media. Questo per un motivo molto semplice: dopo la “rivoluzione” che ha portato proprio la Fratellanza Musulmana al potere, l’Egitto è di nuovo e saldamente alleato con gli Stati Uniti. Quindi il processo di rinnovamento è per l’occidente completato. E poco importa se la situazione alimentare del paese sia emergenziale: tre ministri degli esteri Usa hanno già visitato il Paese, consacrando così un governo non riconosciuto dalla magigoranza della popolazione e Obama ha ripreso gli aiuti militari con più di un miliardo di dollari da poco elargito.
Attraverso il Fondo Monetario Internazionale poi, procedono le riforme in senso liberista: in cambio di un prestito da 4,8 miliardi devono essere interrotte le sovvensioni per gli alimenti di prima necessità. In una situazione già deficitaria sul piano nutrizionale l’aiuto USA potrà letteralmente mettere alla fame gran parte della popolazione.
Il Qatar, finanziatore dei terroristi inslamici in Siria, aiuta anch’esso Morsi e pure l’Europa (anche lei colonia Usa) sostiene il nuovo corso, in barba alla drammatica situazione della popolazione. Inoltre sostiene un governo che nomina terroristi islamici come governatori: è il caso di “Adel al-Khayyat, esponente del Partito Islamico della Costruzione e dello Sviluppo. Il quale è il braccio politico e «legale» della setta Gamaa-Al-Islamiya, i fanatici che proprio a Luxor, nel 1997, attaccarono una folla di turisti europei che visitavano i siti faraonici, uccidendone almeno 68” segnala Blondet nel suo pezzo.
Sono queste le cose che andrebbero focalizzate: non c’è nessuna questione etica nell’appoggio di alcune “rivoluzioni” mentre altre come in Bahrein, Arabia Saudita, Yemen ecc vengono schiacciate con il plauso di Washington e quindi della serva Europa. Il motivo? Gli alleati Usa devono prosperare e aumentare, i nemici devono essere distrutti.
Effettivamente in comune, Morsi e i terroristi Fratelli Musulmani, l’Europa, gli Usa e la società civile sempre pronta ad attaccare il Gheddafi di turno, hanno molto: l’ideale liberale e capitalista.
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