Ci sono ancora le rondini?
E' il ritornello che da anni si sente ripetere dagli organi di stampa, ad ogni primavera.
E poi ci accorgiamo, comunque, che ci sono certo ancora, anche se sappiamo che ormai sono diminuite, forse del 50%.
Poi, come tutti gli anni, anche quest'anno le rondini sono arrivate, magari in ritardo, forse a causa del freddo e delle piogge prolungate.
Uccello simbolo dell'Estonia, l'hirundo rustica, questo il nome scientifico di questo passeriforme, è in genere rispettato dappertutto, salvo nei paesi dove se ne cibano. E questo avviene in gran parte dell'Africa subsahariana, come in Gabon, Nigeria, Camerun e Rep. Centrafricana.
Ma è proprio là che le nostre rondini vanno a svernare e a cambiare il piumaggio quando se ne vanno in ottobre.
Quando scendono verso quei paesi subsahariani, vanno dritte dritte, scendendo lungo la penisola italiana, o quella greca, e tagliano per il Mediterraneo, percorrendo circa quattromila, molti meno rispetto al viaggio primaverile, quando ne fanno settemila, passando per lo stretto di Gibilterra e la Francia meridionale.
Perché racconto delle rondini?
Perché ieri mattina ero a Pamparato, in val Casotto, sulle montagne cuneesi, e vi ho trovato il palazzo comunale, antico castello in cui risiedevano i Marchesi Cordero di Pamparato, completamente avvolto da un fragoroso stormo di rondini.
Non ho visto neppure un nido, ma le rondini si posavano su ogni sporgenza, grande o piccola che fosse, della facciata.
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