Cinque donne rivoluzionarie più contorno dell’amico Ante Zemljar compongono questo delicato e immenso libretto ultimo di Erri De Luca “Le sante dello scandalo”. Ancora una volta lo scrittore partenopeo si cimenta con il libro dei libri partendo dall’incipit del Vangelo di Matteo che così recita: “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli…” e via via Matteo conta ben 42 generazioni nell’albero genealogico che va da Gesù ad Abramo come 42 sono le tappe nel deserto del Popolo d’Israele. Non so quanto volutamente De Luca prende in esame il Vangelo di Matteo che ad onor del vero è particolarmente atipico, dal momento che nella genealogia di Gesù non scende fino ad Abramo (vedi Vangelo di Luca) e soprattutto perché nella linea diretta della discendenza Matteo è l’unico a contare ben 4 donne dell’Antico Testamento più Maria che in una cosa prettamente di uomini come le genealogie sembrano incastrarci poco. Ma si sa Erri ha un debole per le figure femminili e sa raccontare le storie di donne come pochi, inevitabile dunque che per un conoscitore delle Sacre Scritture come lui, non giungesse il momento di riflettere su queste donne; e lo fa con delicatezza e amore facendoci partecipi dei sogni di queste eroine.
Come già si diceva De Luca parte dal Nuovo Testamento (Vangelo di Matteo) per collegarsi al Vecchio Testamento a lui più congeniale; anzi in questo caso il Nuovo Testamento è prolungamento del Vecchio dove la parola nuova si lega a quella antica: Ebraismo e Cristianesimo qui si fondono partendo dal primo circonciso Abramo, per iscrivere Cristo “nell’asse ereditario dei patriarchi e nella discendenza di Davide, capostipite del Messia” e dar così vita a quel monoteismo forza incredibile che ebbe ragione di tutti gli idoli precedenti e seppe imporsi quale Divinità Unica e Sola. La cosa strana è che proprio nel Monoteismo avviene l’esclusione delle donne, almeno ad una prima lettura delle Scritture; ma se si va a fondo in un esame scevro da pregiudizi (come lo stesso scrittore fa) si nota che la realtà è ben diversa da come l’Istituzione Religiose ha voluto insegnarcela. L’asse ereditario quindi consta ben 5 donne fra cui 3 non sono nemmeno ebree bensì straniere, a riprova che il concetto di “limpieza de sangre” non ha alcun significato e giustificazione. Inoltre tutte e cinque hanno compiuto trasgressioni sessuali.
Queste donne raccontate da Erri hanno tutte il fascino dei personaggi femminili dei grandi romanzi a conferma inoltre della potenza letteraria della Bibbia che ne fa il libro per eccellenza duraturo nel tempo. Donne che nelle parole di Erri smettono di essere impalpabili così come raccontate nelle scritture e diventano vive e vere. Nel loro “eroismo” esse sovvertono le regole (soprattutto quelle della morale) per stabilire appartenenza., tant’è vero che si può affermare in questo caso che non è il Signore a chiamare come avviene per Abramo, Mosè, Isaia perchè sono loro a sceglierlo. Queste 5 donne hanno usato il loro coraggio, il loro corpo, la loro bellezza per contribuire anche senza saperlo, alla storia della Cristianità. Hanno volutamente e fortemente scelto di far parte del popolo eletto che adorava un unico Dio anche a costo di tradire la propria gente.
E’ pur nella esiguità delle pagine un grande libro quello che De Luca ci offre; non so se vuole essere un omaggio alle donne, una dichiarazione d’amore, rimane il fatto che è un testo in cui le donne come poche volte nella storia letteraria sono rappresentate come decise, forti, sensate più degli uomini e allo stesso tempo sono delineate come delicate e pazienti. Un modello di “modestia di pedina” nella grande storia degli uomini delle Scritture che si contrappone al “vanto di reginetta da concorso” delle tante effimere figure femminili dei giorni nostri.
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