Pochi giorni fa abbiamo assistito all’episodio di una giovane donna rumena picchiata a morte da un tipico “bravo italiano”. Ora nonostante sia morta molti sostengono di cercare misure alternative al cercere difendendo il ragazzo spinto probabilmente dalla sua giovane età.
Beh l’hanno pensata diversamente quando due ragazze rumene della sua età due anni fa hanno ferito a morte una ragazza italiana.
Passiamo avanti. La violenza sulle donne nasce in un contesto dove essa è spinta da legittimazione sociale, nutrita spesso da immagini lesive che promuovono veri e propri atti di soprafazione nei confronti delle donne.
Come questa splendida pubblicità di scarpe.
Il claim che poi è esplicito è vergognosissimo. E’ pazzesco come la pubblicità si sia spinta così oltre a rappresentare addirittura veri e propri atti di violenza nei confronti delle donne per di più in un contesto dove la violenza contro quest’ultime è una vera mattanza.
Upower è il marchio della scarpa da lavoro esclusivamente maschile. Vi ricordate le scarpe per il sesso superiore?
E’ la stessa identica cosa con l’unica differenza che il genere svilito è quello femminile, perchè in Italia la comunicazione è assai maschilista.
Ma qual’è il messaggio della campagna? quello di potersi permettere di prendere a calci nel culo una bella donna vestita in modo succinto, della serie “non ho più bisogno di belle donne”?
Il messaggio vorrebbe comunicare la supremazia maschile in campo sociale nei confronti della donna ridotta da mero oggetto di desiderio (utilizzato) a elemento strumentale picchiato dall’interlocutore. Non c’è di peggio.
Quel che importa è che il messaggio è molto pericoloso, sopratutto se alberga nelle nostre strade. Inoltre sta leggittimando la violenza sulle donne. Bisogna denunciarlo, farlo sparire, contattare l’azienda. Dobbiamo appellarci anche ai comuni italiani, affinche blocchino già in partenza questi messaggi istituendo iniziative a tutela della nostra immagine.