Fonte: Calcio.fanpage.it
Dopo aver focalizzato suo malgrado l’attenzione mediatica dell’Italia calcistica e non solo, Delio Rossi è tornato davanti alle telecamere e ai microfoni. L’ormai ex tecnico della Fiorentina è intervenuto in conferenza stampa per salutare la città e gli addetti ai lavori, dopo i fattacci accaduti nel match contro il Novara, con l’aggressione al proprio giocatore Ljajic.
Uomo di poche parole - Un Delio Rossi visibilmente amareggiato quello che si è presentato per l’ultima volta ai microfoni nel capoluogo toscano. Il tecnico senza troppi giri di parole ha voluto chiedere scusa a tutto l’ambiente, Ljajic compreso, senza alimentare ulteriori polemiche:
Non sono bravo con le parole, dirò quello che penso, tenendo però alcune cose per me. Purtroppo la mia avventura in viola si è chiusa, un'avventura in cui credo ancora e per la quale ringrazio la famiglia Della Valle. Sono dispiaciuto e chiedo scusa per l'episodio alla gente di Firenze, ai miei giocatori, alla società e al Ljajic.
Nessuna giustificazione - L'allenatore, dunque, ha dribblato ogni tentativo di giustificazione, dimostrando però la sua amarezza sul processo mediatico scatenatosi dopo l’accaduto. Il mister esonerato dalla Fiorentina, ha voluto fare chiarezza sul suo passato, rispondendo in maniera comunque pacata a tutti i suoi detrattori:
Ci tengo però a dire una cosa: in questo frangente ho sentito cose che mi hanno dato fastidio. Molto moralisti e pervenisti hanno dato giudizi senza aver vissuto la situazione, senza conoscere la mia storia. Una storia che è iniziata con i bambini di Foggia, gli operai, sui campi della Serie C. La mia storia dice che non ho mai dato giudizi lesivi su nessuno
Il rispetto prima di tutto - Le scuse di Delio Rossi non hanno però impedito al tecnico di sottolineare quanto non sia disposto a “scendere a compromessi” sui suoi valori e affetti. Un riferimento velato o alle parole di Ljajic che hanno poi provocato la plateale e inconsulta reazione dello stesso mister, toccato negli affetti più cari, oppure alla tempesta mediatica generatasi sul suo presunto figlio disabile: “Non transigo sul rispetto della mia persona, del mio lavoro, della mia squadra e della mia famiglia. Detto questo chiedo scusa”.
Contro i facili moralismi - Una risposta a distanza anche a coloro i quali avrebbero giustificato Rossi se il tutto fosse avvenuto negli spogliatoi. Il gesto secondo lo stesso allenatore ex di Lecce e Lazio, resta tale a prescindere dal fatto che avvenga dietro o davanti le telecamere. Secondo Delio però prima di commentare bisognerebbe immedesimarsi, anche perché la violenza “verbale” non è da sottovalutare:
Se un gesto è deprecabile lo è davanti alle telecamere così come dentro uno spogliatoio. Non sono Padre Pio. Non ho mai alzato le mani sui miei figli, figuriamoci su un'altra persona. Sono però state toccate certe situazione. C'è un proverbio indiano che dice: "Prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini" e io credo in questo. Credo che la lingua ferisca più della spada. Io sono uno di sostanza, che crede in certe cose, ma non transigo su certe situazioni.
Tifosi viola nel cuore - Il primo pensiero del tecnico ex Palermo però è sempre rivolto verso la Firenze sportiva, verso i tifosi e la società che meritano rispetto e passione a prescindere dai singoli personaggi.
Ma la palla ancora rotola e adesso serve solo che la gente di Firenze stia vicino alla squadra e alla famiglia Della Valle [..] Io ho sempre detto che gli allenatori e i giocatori passano, ma i colori restano sempre. Ai tifosi non voglio dire niente, certe cose me le tengo dentro.
Deprecabile ma umanamente giustificabile - Se ne va dunque in punta di piedi Delio Rossi, scusandosi per il gesto e provando a spiegarne le cause pur senza scendere nei particolari. Non ha voluto ulteriori domande il tecnico, squalificato per 3 mesi dal giudice sportivo, che come al solito in maniera sintetica ha voluto soffermarsi solo sul suo gesto. Un gesto sicuramente condannabile ma comprensibile in quanto umano: “si deve parlare del gesto in se e basta. Un gesto deprecabile, ma umanamente giustificabile. Offese alla famiglia? Non ho voglia di parlarne, ora sarebbero solo giustificazioni”.
Marco Beltrami