Magazine Creazioni

Le "Sensazioni" di Miss RoseMary

Da Chocolaterose

Dopo la telefonata, sentii la delusione crescere e le lacrime che scivolavano sul volto come gocce su un vetro. Presi un respiro e aprii la doccia, non potevo continuare a fare quello che stavo facendo dopo quella telefonata. L'acqua doveva calmarmi, farmi respirare e indebolirmi a tal punto da non poter fare o dire niente. Il Telefono giaceva al suolo sul tappetino fucsia e giallo, ingiallito, sbiadito dal tempo. Non ebbi la forza di guardare ma ero tentata di scrivere, scrivere senza mai fermarmi, ma stavolta no! Non doveva succedere! Corsi in camera mi spogliai e presi l'accappatoio senza volerlo le mie lacrime sgorgavano ancora, non ce la facevo. Infilai il piede nella porcellana bianca, l'acqua era stagnata nella doccia ed era ghiacciata, per un'attimo mi riportò alla realtà; asciugai le lacrime e girai il pomello. Frasi e parole mi "sbattevano" in testa ma rimasi in silenzio. Riprovai ora l'acqua era tiepida e di colpo infilai il mio corpo sotto l'acqua "bollente" lasciando che lenisse le mie ferite. Le lacrime scendevano copiose sempre più veloci e il respiro si faceva pesante, il vapore saliva al cervello ma non riusciva ad annebbiarlo del tutto. Dopo il messaggio, nell'attesa avevo comprato un fiore, un elenco dei significati e li avevo infilati in un involucro marrone, color terra; ora giacevano sul tavolo tondo e usurato. Le ossa si indebolirono a ogni goccia che cadeva sul mio viso era come sangue che si faceva strada sulla mia pelle pallida e velluttata. Una parola uscì dalle mie labbra "Perchè a Me? Non se lo merita" Ora rabbia e frustrazione salirono dal mio stomaco, già ferito, vuoto da giorni e giorni . Avevo avuto una morsa che stringeva tutto al di sotto dello sterno e mi schiacciava ogni qualvolta camminavo ma riuscivo comunque a sopravvivere. Il respiro si blocco, avrei dovuto fare qualcosa . Sperai che l'acqua mi sfinisse in modo tale da non farmi pensare, da non farmi respirare e da lasciarmi inerme e così fu. L'acqua calda cadeva sul mio collo, non ce la feci nemmeno a prendere il bagnoschiuma, le mie gambe si indebolirono e sentii la pressione scendere, mi sedetti in quella pozza d'acqua. Le lacrime erano asciutte ormai, s'erano uniformate alle gocce d'acqua, il respiro era pesante e la testa anche, l'abbassai e immobile rimasi; non ce la facevo nemmeno più a pensare. Le mani rimasero talmente tanto in quella posizione che ad un tratto si indebolirono e non riuscìì più a muoverle, l'acqua prepotente schizzava sulla mia schiena mentre rivoli scivolavano sul viso come sangue che lento e denso si faceva strada. Stetti sotto l'acqua per più di un'ora mi si intorpidì il cervello e quando finalmente allungai una mano per girare il pomello era arrossata, le dita raggrinzite, riuscii però ad alzarmi e uscire dal vapore che si era creato intorno a me. Pochi passi , lo stomaco brontolava il cuore ormai era lontano, pulii lo specchio appannato dal vapore e vidi il mio viso segnato dalla tristezza, il telefono ancora  giaceva lì non ebbi il coraggio di guardarlo. Alcuni passi, buttai il fiore e mi diressi in camera. Ora l'unica cosa da fare era scegliere un fiore diverso...

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