Magazine Calcio

Le sensazioni di Pepe al Mondiale

Creato il 17 giugno 2010 da Juveincampo

«Non ho visto
tanti fenomeni al Mondiale»

Le sensazioni di Pepe al Mondiale

© LaPresse

Pepe ieri in conferenza stampa si è prestato ad alcune domande dei giornalisti sul mondiale e non solo.

A proposito di Totti:

«Lui è un campione, io sono un ragazzo che ricorda da dove è partito, ma è pronto per arrivare».
«A proposito di dove sono partito - racconta - volete sapere la cosa che m'ha emozionato di più a tutt'oggi a Sudafrica 2010? È stata quando prima della partita col Paraguay De Rossi m'ha detto 'ricordati da dove siamo partiti'. Mi sono venuti i brividi, non me l'aspettavo. Anche perché io quei tempi in cui giocavamo nei giovanissimi ce li ho ben presenti: lui addirittura andava in panchina, fino agli allievi nazionali era una riserva. In campo andava Ausoni, chissà che fine avrà fatto».

«E dobbiamo dire grazie a gente come Bruno Conti, persino a Capello: io a 18 anni quando mi sgridava pensavo 'guarda che antipatico questo'. Ora a 27 dico 'meno male che mi ha urlato dietro quelle brutte cose'. Se lo incontro certo che lo saluto, anzi lo ringrazio». .... «Normale che si sentirà la mancanza di Gigi Buffon, ma Marchetti è un portiere affidabilissimo. Ho giocato bene perché pungolato dalle critiche della vigilia? L'importante è non essere indifferente, se qualcuno parla di me è già positivo»....«L'emozione c'è ma poi deve sparire perché gli altri corrono. Se ti fermi a guardare lo stadio che è bello è finita. Io trascinatore? Il carattere è fondamentale, anche nei momenti difficili sdrammatizzo: in questo gruppo però ce ne sono molti come me. Insomma, Messi è un grande ma anche qui ci sono giocatori molto forti. E comunque conta di più il gruppo». Quanto a sè, si sente cresciuto come realizzatore («taglio di più verso la porta»), ma visto che lo chiamavano Tottino chiarisce che non ritiene pertinenti certi paragoni. «Semmai ricordo Di Livio, ma mi accontenterei di fare un quarto della sua carriera. Certo, l'ultimo mese mi ha cambiato la vita»....


A proposito di Roma e Juve:

«Nel calcio le strade si dividono, tutto passa. A livello professionale la Juve è il top, ma il legame di amicizia con la Roma resta. A 18 anni mi ha fatto bene andare via, sono passato dai campi in erba a certe cose però sono cresciuto, anche grazie a una famiglia normale con un papà che non mi ha mai detto a fine partita 'hai giocato bene'».... «Ma chi ve l'ha detto, non è così. Chi vi racconta queste cose, c'eravamo noi, il ct e i palloni. Lo Jabulani, oltre a volare strano, parla?». «Ma quando De Rossi le ha detto 'ricordati da dove siamo partiti', lei che ha risposto?». «Ho pensato un attimo, poi gli ho replicato. Ahò, Daniè, io me ricordo. Ma mò speramo de arriva».


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :