Magazine Politica

Le sfide della politica estera pakistana

Creato il 09 agosto 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Le sfide della politica estera pakistana

Il nuovo governo pakistano dovrà assumere alcune decisioni difficili su questioni complicate attinenti la politica estera, anche se le alternative saranno molto limitate. Emergeranno numerose complessità, non solo riguardo alla condotta nei confronti dei propri immediati vicini come Afghanistan e Cina, ma anche relativamente ad attori esterni al Subcontinente, specialmente gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’Afghanistan, la sfida più difficile per la nuova leadership pakistana sarà come gestire la situazione del dopo 2014, e come meglio salvaguardare i propri interessi. Nel giro di un anno, si attende il verificarsi di due avvenimenti: le nuove elezioni per il Presidente afghano e il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan. In una situazione dove Karzai non è molto popolare né tra i non-pashtun né tra i talebani, Nawaz Sharif avrà il difficile compito di assicurare che il prossimo Presidente sia accettabile per il Pakistan, e che favorirà la salvaguardia degli interessi pakistani. La seconda parte della sfida riguarderà gli ostacoli al processo di riconciliazione e in che modo Nawaz Sharif influenzerà il risultato finale – se continuerà a offrire supporto ai talebani, una prospettiva inaccettabile per gli statunitensi o per Karzai, o se tenterà di favorire il raggiungimento di una soluzione duratura tra i non-pashtun e i pashtun non-talebani. L’interesse centrale per il Pakistan sarà sempre lo stesso, assicurare l’affermazione di un ordine favorevole ad Islamabad, una volta partite le truppe USA. Se appoggiare o meno i talebani sarà una scelta difficile.

Dalla risposta pakistana all’enigma afghano ne deriverà l’attitudine degli Stati Uniti nei confronti del Pakistan, dando origine ad ulteriori sfide. Se non ci sarà un cambiamento nella politica nei confronti dei talebani, e in aggiunta, il governo Sharif continuerà a sostenere i talebani e restare fortemente influenzato dall’esercito e dall’ISI, allora ci saranno dei problemi nei rapporti con gli Stati Uniti. Ciò potrebbe essere in parte evitato, se Washington ed Islamabad raggiungessero un accordo riguardo a ritagliare un ruolo ai talebani nel governo. Verrà posto in risalto il problema degli attacchi dei droni. Solo se il governo pakistano sarà in grado di controllare i militanti nell’area delle FATA e prevenirne gli attacchi in Afghanistan, può aspettarsi che gli statunitensi arrestino l’utilizzo degli attacchi dei droni. In caso contrario, probabilmente i bombardamenti continueranno. Ciò creerebbe diverse problematiche all’interno del Pakistan, per via dell’estesa opposizione agli attacchi dei droni nel paese. Nel periodo antecedente le elezioni, è divenuto evidente come sia il PML (N) che il PTI ritenessero sgraditi i bombardamenti aerei. Le relazioni tra Pakistan e Stati Uniti rimarranno probabilmente tese. Ciò avrà incidenza sui continui aiuti economici e militari provenienti dagli Stati Uniti, che rappresentano delle componenti importanti nei rapporti tra i due paesi. La questione afghana, la situazione al confine tra Pakistan e Afghanistan, e la capacità del governo Sharif di controllare i militanti, determineranno l’intera natura delle relazioni pakistano-statunitensi. Nawaz Sharif, consapevole dell’importanza del rapporto con gli USA, tenterà di superare le riserve, anche se vi saranno delle limitazioni.

La Cina è stata una fonte tradizionale di equipaggiamenti militari per il Pakistan e ha investito in aree come telecomunicazioni, porti e infrastrutture. L’impegno è volto a esplorare ulteriori opportunità commerciali e d’investimento. Pechino ha assunto il controllo operativo del porto di Gwadar e prosegue la cooperazione con Islamabad nel campo nucleare. Allo stesso tempo, i cinesi mantengono forti riserve riguardo la militanza in Pakistan e gli estremisti provenienti dal Pakistan, una situazione che sta creando problemi nella propria provincia dello Xinjiang. Tuttavia, è improbabile che tale questione pregiudichi le relazioni tra i due paesi. Questi in aggiunta, sono preoccupati per la situazione in Afghanistan. Nonostante il solido legame, il Pakistan non può affidarsi alla Cina per salvarsi da un punto di vista economico. In alcuni settori, la Cina non è stata affidabile così come il Pakistan si attendeva. Islamabad ha avuto bisogno di aiuti economici, ma è si è reso evidente che la Cina non avrebbe provveduto a tale necessità, a causa della propria evidente riluttanza a sborsare aiuti e assistenza finanziaria. Ad ogni modo, la valenza strategica del legame rimarrà forte, per via degli stessi interessi cinesi. Mentre esiste consenso all’interno del Pakistan relativamente al rapporto con la Cina, non è così riguardo alla relazione con gli Stati Uniti. Non vi sono dubbi sulla stretta cooperazione tra Pakistan e Cina e sul futuro andamento di tale legame, considerato il supporto diplomatico cinese al Pakistan. I problemi relativi alla propagazione dell’estremismo proveniente dal Pakistan e alle attese non soddisfatte sugli aiuti rimarrebbero marginali in questo tipo di relazione.

Fondamentalmente, non dovrebbe esserci alcun drastico cambiamento nell’orientamento della politica estera pakistana, poiché gli interessi geopolitici d’Islamabad non consentiranno al nuovo governo di dare luogo a un cambiamento radicale. A meno che chiaramente: (1) non si adotti la mano pesante contro i militanti interni, e (2) il nuovo governo non decida di appoggiare un governo rappresentativo eletto in Afghanistan (supportare il Presidente e il Gabinetto del Presidente che potrebbero essere espressione dei membri dell’ex Alleanza del Nord così come dei pashtun) non affidandosi solamente ai talebani.

Rispetto a prima, è probabile vi sarà un più forte controllo civile sulle politiche relative alla sicurezza, considerata la statura politica di Nawaz Sharif e l’ampia base di rappresentanza popolare. Tuttavia, immaginare che l’esercito non rivestirà più alcun ruolo è inverosimile, in quanto la linea politica dovrà essere supportata dall’esercito. Dunque, governo civile ed esercito dovranno lavorare in tandem.

Se c’è una ragione per il cambiamento, forse è solo riguardo all’India, in quanto Nawaz Sharif potrebbe assicurare che non verranno ammesse azioni terroristiche provenienti dal suolo pakistano, e che verranno presi provvedimenti contro i colpevoli degli attentati di Mumbai. Inoltre, in quanto uomo d’affari, Sharif attribuisce una maggiore importanza al miglioramento delle relazioni commerciali con l’India. Considerato che Stati Uniti e Cina non possono essere partner affidabili per il salvataggio del Pakistan dalla crisi economica, esiste un’ulteriore ragione per cambiare atteggiamento nei confronti dell’India. Alla luce di ciò, si può prevedere un incremento dell’interscambio e della cooperazione negli investimenti.

(Traduzione dall’inglese di Francesco Bellomia)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :